A Fiavé... uno sguardo a ritroso nel tempo. Una mostra sul tema "Quan éren putelòti" nell'ambito del "Progetto Infanzia nelle Giudicarie Esteriori: ieri e oggi...", ma anche poesia dialettale e di musica
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- Categoria: Fiavè
- Pubblicato Lunedì, 30 Settembre 2013 19:43
- Scritto da Mario Antolini Musón
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Sabato 23 settembre, presso il Museo delle Palafitte di Fiavè, un serenante pomeriggio di poesia dialettale e di musica a conclusione e coronamento di una eccezionale mostra sul tema "Quan éren putelòti", organizzato dal Gruppo Ricerca e Studi Giudicariese nell'ambito del "Progetto Infanzia nelle Giudicarie Esteriori: ieri e oggi...". Una iniziativa - che ha fatto capo a Lidia Brogliato ed a Marco Fronza - partita da molto lontano e che ha richiesto mesi ed anni di capillari ricerche, sino a giungere ad una raccolta di oltre 500 vecchie fotografie sull'infanzia e la fanciullezza del tempo passato, giungendo a recuperare persino immagini del 1885.
In mostra erano visibili circa 180 soggetti, mentre sui tavoli in numerosi raccoglitori erano consultabili centinaia di foto distinte fra paese e paese dei numerosi centri che contraddistinguono le tre aree delle Esteriori: il Lomaso, il Bleggio ed il Banale. Un lavoro certosino portato avanti con passione e dedizione dai Volontari della cultura locale, che, purtroppo, hanno dovuto impegnarsi anche senza sostegno, senza appoggio e senza aiuti da chi avrebbe dovuto: il sofferto destino della cultura in Giudicarie (e forse anche altrove), che si trova ad operare in un contesto sociale che non percepisce ancora quanto sia necessario e positivo "él vardàrse endré per nàr mèi 'nànç".
Il pomeriggio conclusivo ha visto una folta partecipazione di convalligiani, giunti da ogni dove, a dare agli organizzatori almeno la soddisfazione di vedere riconosciuto il loro lavoro ed assaporando la recita di poesie in dialetto che rievocavano ed illustravano i tipici ambienti del passato nel quale i "putelòti" delle foto erano vissuti fra la vita nei campi e nelle stalle, vivendo la vita sulle strade ancora vuote, sulle quali si poteva scorazzare liberamente, o partecipando ai filò che sono stati la "scuola" dei secoli passati. E mentre la cadenza dei versi di Silvano Brunelli, Paola Dalponte, Marcello Devilli, Ennio Lappi, Aldo Martini, Luciana Sicheri, Dino Zambotti magistralmente declamati da Ezia Caliari, Carla Farina, Carmelo Caliari e Marcello Devilli si alternavano all'ascolto dei presenti, le note della uillean pipe di Francesco Boazzo e del flauto e del piano di Pietro Berlanda - giunti da Bolzano - creavano un'atmosfera musicale capace di dare sfogo alla fantasia che era portata a rivedere, nel religioso silenzio, tutte le immagini prima attentamente osservate durante la visita della Mostra: bambine dai vestitini esotici con bambole oggi dimenticate, ragazzi con le ali d'angelo, scolari sui banchi di scuola, monelli per le strade.
Si è sentita e si è vissuta una sensazione penetrante ed inusitata perchè stava trasportando gente di oggi quasi in un mondo fantastico, rimasto vivo solo sulle fotografie ma anche trasportato nella fantasia, e che poteva essere rievocato grazie a tante silenziose e nascoste persone che - senza alcun clamore - sanno ancora impegnarsi per riproporre e tramandare quegli attimi del passato sui quali è stato costruito il presente e che possono fungere da riferimento per "imparare" qualcosa che può servire a migliorare il presente in vista di un avvenire possibilmente migliore.