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"Servono urgenti provvedimenti per evitare danni irreparabili alla salute pubblica, all'ambiente, al paesaggio e all'economia delle Esteriori"

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Nelle Giudicarie Esteriori continuano le preoccupazioni degli amministratori locali per la salvaguardia del territorio e la convivenza di agricoltura intensiva e turismo. Una prima discussione con la Provincia i sindaci di Bleggio Superiore, Comano Terme, Dorsino, Fiavé, San Lorenzo e e Stenico l'avevano già intavolata qualche mese fa con il vicepresidente Alberto Pacher in occasione della visita al nuovo depuratore di valle. Il risultato di quella conversazione è giunto ora nero su bianco negli uffici provinciali, con una lettera firmata da tutti i primi cittadini delle Esteriori.

L'obiettivo? Si legge: "Sollecitare urgenti provvedimenti atti a evitare danni irreparabili alla salute pubblica, all'ambiente, nonché al paesaggio e all'economia della Valle". Il tema è la zootecnia, settore nel quale, si sottolinea nella lettera "la gestione della normativa ha portato allo sviluppo di aziende di grandi dimensioni di tipo industriale e la scomparsa delle aziende tradizionali di montagna a gestione familiare con conseguente decadimento della qualità dei prodotti". Agricoltura intensiva sotto accusa, quindi, descritta come una minaccia per le produzioni di pregio tipiche della zona - dalla patata Montagnina ai prodotti caseari, il mais da granella ma anche le mele e i piccoli frutti – col rischio di aggravare irreparabilmente la gestione delle cooperative locali di produzione come il Caseificio di Fiavé e la Copag.

Di pari passo con le aziende di medie e grandi dimensioni sono arrivati anche lo sfruttamento della produzione di energia che lontano dall'essere "un'integrazione del reddito d'impresa – scrivono i sindaci - è sempre più la fonte principale di reddito [...] e può portare a conseguenze irreparabili per l'equilibrio ambientale in una zona a vocazione turistica". Torna sul tavolo la questione dei biodigestori: la tentazione dei facili guadagni della produzione energetica e lo spettro della monocultura. Una fotografia del territorio, quella scattata dai sindaci, che cattura fenomeni in atto da tempo e preoccupazioni comuni ai cittadini consci del mutamento del territorio attorno a loro.

Alla luce di queste considerazioni, si chiede ai vertici provinciali l'approvazione di un piano agronomico per le Giudicarie Esteriori che ponga paletti chiari alla gestione delle aziende agricole e il rispetto del rapporto di 2,5 UBA (Unità Bovino Adulto) per ettaro, a tutela di una produzione di qualità. In tema di biodigestori le richieste vanno dai maggiori vincoli per i nuovi impianti, per esempio sottoponendoli al parere del comune competente prima della valutazione tecnica provinciale, a parametri chiari che permettano controlli puntuali sull'effettivo uso esclusivo di prodotti derivanti dall'azienda nonchè sulla qualità del digestato ottenuto. In particolare, viene indicata la necessità di superare il vago criterio dell'"uso prevalente" del liquame fissato oggi dalla legge in materia, per sostituirlo con l'indicazione di una percentuale misurabile, almeno l'80 per cento, e la definizione di parametri di coesistenza di impianti di biogas nello stesso ambito che comprendano distanze minime, capacità dimensionali e potenze prodotte.