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«Si è dato tanto ai pochi e niente ai tanti». E questi pochi sono spesso «noti liberi professionisti, avvocati, commercianti, imprenditori, manager, commercialisti, notai, medici...». L'accusa in una lettera sulle agevolazioni casa. di Amistadi e Ferrari

agevolazioni casa - comunità delle Giudicarie

Vorremmo esprimere alcune considerazioni alla luce di quanto accaduto in questi ultimi giorni. Facciamo riferimento soprattutto alla pubblicazione della graduatoria riguardante i contributi per la ristrutturazione e l'acquisto/costruzione di prima casa, come disposto dalla L.P. 9/2013 e dalle relative disposizioni attuative. Le domande inoltrate alla Comunità delle Giudicarie sono state tantissime: ben 755 per la ristrutturazione, 150 per l'acquisto e 53 di giovani coppie a fronte di un importo assegnato di circa 8.000.000,00 di euro complessivi ma solo pochi hanno visto riconosciuto il diritto al contributo però con sostanziosi importi a fondo perduto.

Non vogliamo giudicare la graduatoria. Sicuramente rispecchia i requisiti di legge, ma scorrendola siamo rimasti scandalizzati non solo dai nomi dei premiati ma anche dal posto occupato in classifica da noti liberi professionisti, avvocati, commercianti, imprenditori, manager, commercialisti, notai, medici, ecc. che in diversi casi si sono "camuffati" sotto il nome della moglie o del marito nonché da figli e parenti di amici di persone che contano (anche a livello politico). Questi "poveri diavoli" che vivono in ville lussuose e possiedono altri immobili (alcuni addirittura nelle zone turistiche "in" (leggi Madonna di Campiglio) hanno preceduto diversi giovani (anche coppie) con un reddito distante anni luce dal loro, anzi alcuni con uno stipendio provvisorio a causa del lavoro precario e con la "colpa" di vivere in famiglia in quanto non ancora autosufficienti finanziariamente. E cosi come di dice "becchi e bastonati" perche i parametri IMU in questi casi tenevano conto pure dell'imposta pagata dai genitori.

Nella comunità ci si conosce più o meno tutti ed il nome di questi benestanti che precedono molti giovani, famiglie e coppie più bisognosi non va proprio giù. Queste persone dovrebbero vergognarsi solo per il fatto di aver fatto la domanda ed a quanti di questi hanno pure ottenuto il contributo dovrebbe rimordere la coscienza. Ma si sa che quando si tratta di soldi non si guarda in faccia nessuno. I politici ce lo dimostrano quotidianamente in quanto "pecunia non olet" (il denaro non puzza).

Ci permettiamo però di giudicare la legge, anzi le persone che hanno fatto la legge e quelle che l'hanno approvata ... una legge non equa. Una legge che prevedeva criteri di selezione insignificanti a determinare la condizione economica delle famiglie ovvero il solo valore dell'IMU pagata nel 2012 per le ristrutturazioni e l'ICEF del richiedente per l'acquisto e la nuova costruzione. E la questione viene sempre ricondotta all'Ente Pubblico perche in quei Comuni dove i "solerti" Amministratori hanno applicato le aliquote massime, oltre ad aver gravato e gravare sui loro concittadini periodicamente, li hanno "fregati" anche in questa opportunità.

E ci permettiamo anche di criticare la Comunità, conscia di questa ennesima legge "porcellum" per non aver preso posizione verso "mamma Provincia" pretendendo di gestire autonomamente la questione o, se non altro, sospendendo la pubblicazione delle graduatorie in autotutela e quindi chiedere alla PAT rettifiche dei criteri. E queste sono le tanto decantate competenza trasferite alle Comunità? Anche in questo caso la funzione degli Enti intermedi è stata solo quella di fare il passacarte.

In un periodo "storico" come quello che stiamo vivendo, così particolare e così difficile, dove il divario fra ricchi e poveri è così evidente, l'ente pubblico dovrebbe farsi carico del problema e fare da "vero" ammortizzatore sociale. Invece con questa suddivisione "ingiusta" di denaro di tutti (questo è importante ricordarlo perché andiamo a finanziare opere di benestanti con i nostri soldi) ha reso ancora più evidente la differenza fra "chi può fare qualcosa" e "chi non può fare niente", dando tanto a pochi e niente a tanti. La metodologia utilizzata per redigere questa graduatoria ha "premiato" la ricchezza di una persona a discapito dei bisogni dei tanti.

Alla luce di quanto sopra vorremmo esprimere la nostra indignazione sintetizzando l'iter travagliato di questa operazione (partita con un'incomprensibile spostamento dei termini e con una "comprensibilissima" pubblicazione post voto) con una metafora:

"Mamma Provincia invita tutti i suoi figli ad un banchetto. Arrivato il giorno della Festa, tutti i figli si siedono a tavola, ma al momento di mangiare pochi vengono serviti con caviale e champagne e molti rimangono a guardare con l'amaro in bocca e ... i crampi allo stomaco."

Non era forse meglio dare a tutti una fetta di sana polenta? A qualcuno più grande, a qualcuno più piccola, ma forse così nessuno si sarebbe alzato da tavola affamato e umiliato ....

Se le graduatorie fossero state pubblicate prima delle elezioni così come nel caso dei contributi per il risparmio energetico alle imprese, deliberati ancora ai primi di luglio ma furbescamente comunicati solo una settimana prima delle votazioni per ingraziarsi gli aventi diritto, il risultato elettorale sarebbe stato uguale o la percentuale di astensione, già alta per la sfiducia verso questa polita inequa, sarebbe ulteriormente lievitata?

Ognuno tragga le proprie conclusioni....

Catia Amistadi, Fulgida Ferrari