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"In un manuale" il dialetto di San Lorenzo e Dorsino

Un altro stupendo lavoro per la salvaguardia e la conservazione dei dialetti giudicariesi ci viene offerto dalla lunghe e pazienti ricerche di Miriam Sottovia, che è riuscita a portare alla stampe il "Vocabolario del dialetto di San Lorenzo e Dorsino": un'opera editoriale della Curcu & Genovese Editrice, che in 640 pagine – arricchite dai disegni illustrativi degli oggetti/strumento da lavoro di Enrica Bosetti e da numerose foto storiche d'archivio –- raccoglie "8000 voci, 3000 modi di dire, 650 proverbi, aneddoti, curiosità" dell'area del Banale interiore o verso Castel Mani.

L'autrice, Miriam Sottovia, nata e residente a San Lorenzo in Banale, laureata in pedagogia, è un'affermata insegnante presso le Scuole Elementari e Medie; ma è stata, ed è, soprattutto una persona altamente impegnata nel sociale con l'occhio sempre attento a quella "cultura locale" che giustamente lei ha sempre considerato il "sale" che dà sapore alla quotidianità dei singoli, ed il "lievito" che fa sbocciare le potenzialità della Comunità. Importanti sono risultati, negli ultimi decenni, i suoi studi e le sue ricerche in parte pubblicate sul periodico comunale "Verso Castel Mani" (che meriterebbero di essere raccolte e pubblicate in uno specifico volume); ma assai più incisivo questo suo ultimo "dono" che costituisce un caposaldo fondamentale della sacrificata vita di tante generazioni, le quali, proprio nell'uso del dialetto, hanno lasciato tracce indelebili di come si possa e si debba "vivere insieme".

Fortunatamente l'autrice non si è fermata alla semplice raccolta delle singole voci dei termini dialettali, ma di ciascuno di essi è andata a cercare l'uso e la sua pregnanza nel contesto delle vicissitudini del passato. Una ricerca/scoperta che la stessa autrice così precisa: «Nell'opera di recupero sistematico delle parole, sono rimasta affascinata dall'industriosità della mia gente, dalle modalità con cui svolgevano certe attività e da situazioni di vita, in gran parte sconosciute, che le testimonianze [dei miei numerosi intervistati] andavano svelando». Da questa sua indagine sul territorio è, quindi, scaturita non soltanto una limitativa raccolta di vocaboli, ma l'esatta fotografia culturale d'una popolazione montana giudicariese, legata all'autonomia familiare attraverso le più disparate scelte di lavoro quotidiano per riuscire a vincere l'endemica povertà dei secoli passati. Precisano bene quest'aspetto i due Sindaci di San Lorenzo e di Dorsino, nella presentazione del volume, là dove scrivono: «L'autrice entra nel mondo degli usi e costumi di un tempo, dipana situazioni e sentimenti, rievoca abitudini e tradizioni che esaltano l'essenzialità del vocabolo e del linguaggio. In quelle righe vi è tanto di storia, ossia tanto di vita vissuta, espressa con una chiarezza che aiuta a non dimenticare ed a tramandare quasi intatto il passato anche alle generazioni future».

Nel dare atto all'impegno a Miriam Sottovia per la rilevante importanza del suo impegno a favore di tutta la comunità giudicariese, crediamo sia opportuno proporre alla considerazione dei nostri cortesi Lettori le considerazioni che l'autrice sottopone all'attenzione dei suoi Concittadini. Infatti, parlando delle finalità che si è proposte, scrive che è stato suo intendimento: «salvare dall'oblio una parte della cultura nella quale affondano anche le radici attraverso parole che per i miei avi hanno rappresentato la loro vita e oggetti in gran parte scomparsi (...); offrire alle persone in età l'opportunità di rivivere scampoli della propria giovinezza (...); sensibilizzare i ragazzi ai valori culturali del proprio ambiente, attraverso la riscoperta di un patrimonio di sapienza e di conoscenza trasmesso dalle parole che i nostri avi hanno usato; stimolare altri scritti sia attraverso la Scuola che attraverso la ricerca in loco».

Significative pure alcune espressioni della "presentazione" dei Sindaci dei due Comuni interessati: «Il presentare un lavoro editoriale come il "Vocabolario del dialetto di San Lorenzo e Dorsino" di Miriam Sottovia è certamente un onore poiché ci troviamo di fronte ad una di quelle iniziative editoriali che rimarranno per sempre nella storia culturale del Banale, ossia di questa nostra amata terra natia. Infatti si tratta del frutto di lunghissimi anni di indagini approfondite, di ricerche capillari, di intelligente e sacrificato impegno personale che l'Autrice ha espletato con rara capacità e lodevole costanza, così da riuscire a penetrare negli anfratti più nascosti del nostro dialetto, che costituisce la testimonianza più netta della sofferta esistenza delle generazioni che ci hanno preceduto. Per questo è giusto esprimere alla nostra Concittadina, a nome dell'intera popolazione, un sincero "grazie" a riconoscimento del suo costante donarsi, specie nel campo della cultura, a favore delle nostre Comunità di San Lorenzo e di Dorsino, e soprattutto per averci donato – oltre a tante altre pagine di storia – questo meraviglioso capolavoro».

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