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Pinzolo, a proposito di luminarie...ci si è dimenticati del campanile!
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- Categoria: Brevi Pinzolo
- Pubblicato Mercoledì, 04 Dicembre 2013 00:00
- Scritto da Italo Maffei dei Lustri
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"A proposito di illuminazione e luminarie...
Sulla copertina del periodico decanale della parrocchie di Rendena, dal titolo suggestivo "Campane di Rendena", sono stilizzati i campanili delle chiese della valle a simboleggiare l'unione dello spirito cristiano delle nostre comunità.
Il campanile è stato per secoli punto di riferimento dei viandanti, punto di ritrovo e di aggregazione dei popolani prima e dopo i riti religiosi. Il campanile e il suo orologio testimoniano il trascorrere del tempo con il solenne battito delle ore; le sue campane rallegrano la festa, rattristano i distacchi terreni e lanciano richiami funesti quando scoppiano incendi o i fiumi provocano inondazioni.
La costruzione del nostro campanile, come scritto nel "Libro dei Fasti" della parrocchia di Pinzolo, ebbe inizio "addì 11 maggio 1865" su progetto del "Maestro Valsecchi" e terminò con la posa della croce sulla sommità della cupola nel settembre 1867 per un altezza complessiva di "216 piedi Viennesi" pari a 72 metri.
E' risaputo che la cupola originale – era fatta a pigna – venne distrutta dall'immane incendio del giugno 1913 ed è stata sostituita dall'attuale dopo la rimozione del tettuccio provvisorio con cui si era provveduto a proteggere il manufatto.
Ho un ricordo nostalgico di quando nei primissimi anni Cinquanta del secolo scorso, tornando da Trento per le brevi vacanze di Natale e Pasqua a bordo della corriera stracolma di passeggeri e odorosa di nafta, all'altezza del ponte di Caderzone riuscivo a vedere il luccichio della cupola in rame...
Da giovane ero nella grazie del sacrestano - "il Minòti" - che mi spediva sulla cella campanaria per battere i rintocchi "da morto", raccomandandomi sempre di caricare gli orologi azionando gli argani dei contrappesi; ogni tanto, da esperto del campanile quale ormai ero divenuto, accompagnavo anche gli operai inviati dal "Mario Ruchét", (il papà di Angiolino Binelli) che era il padre/ padrone e factotum del cantiere comunale di allora, a sostituire la lampadina sul quadrante degli orologi. Appunto gli orologi...- uno rivolto a mezzodì, visibile a chi entra in paese per gli abitanti dei rioni di Carèra e di Ruìna, il secondo verso la vivace contrada di Baldìno – che svolgevano il loro scopo di informare sulle ore in sostituzione delle nobili meridiane.
Per la straordinaria occasione del passaggio in tutta la Val Rendena della stata della Madonna Pellegrina, anno 1951, venne posto sul tetto di casa Stampùn uno specchio concavo con una grossa lampadina elettrica per illuminare la torre campanaria. Ottimo risultato; ma durò una settimana! Negli anni successivi rimasero illuminati i quadranti dei due orologi, la cui manutenzione ultimamente era in carico agli elettricisti del cantiere comunale. Successivamente un gruppo di fari posizionati sul tetto di quest'ultimo in piazza San Giacomo e su quello della vecchia sede della Famiglia cooperativa mettevano in bella luce di notte la slanciata figura del monumento. Non molti anni or sono anche la cella campanaria appariva soffusa da una mistica luce azzurra!
Ed oggi? Da qualche anno il gruppo di fari è stato rimosso....la cella campanaria non è più colorata, e gli orologi di notte sono spenti. Riflessione: Forse sarebbe auspicabile una luminaria natalizia in meno ed un decoro per tutto l'anno in più, ad uno dei campanili più belli del nostro Trentino".