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Partito il toto-sindaco, ma solo per 15 comuni. Gli altri municipi sono impegnati nel percorso di fusione
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- Categoria: Pinzolo
- Pubblicato Mercoledì, 04 Marzo 2015 08:26
- Scritto da Ettore Zini
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Se il 10 marzo ci sarà l'ok di tutti i comuni che hanno annunciato la fusione, in Giudicarie il "toto-sindaco"si ridurrà a quindici comuni. Quasi un terzo di quelli che avevano dato vita alla passata consultazione elettorale. Da 39 a 15. Un divario enorme. Che sta prefigurando una razionalizzazione impensabile solo fino a qualche mese fa, quando grazie al pressing della Provincia, molti comuni riluttanti si sono convinti che insieme è meglio. E si hanno maggiori probabilità di affrontare le sfide economiche di un futuro, anche amministrativo, più che mai incerto. Resistono i comuni di maggiori. Storo, Tione e Pinzolo, per ora non hanno nessuna intenzione di fondersi con i comuni limitrofi. Tant'è che Storo (il comune più popoloso: quest'anno ha superato i 5.000 abitanti) andrà alle urne da solo. Così come Tione, snobbato da tutti gli altri paesi della Busa, compreso Zuclo e Bolbeno che stanno facendo prove di fusione, ma che assieme, non arrivano a 700 anime. Nel plotone di testa degli "irriducibili" non poteva mancare Pinzolo che si sente sufficientemente forte da non andare a compromessi con i comuni limitrofi. E' così che in val Rendena in fatto di fusioni si registra il maggior numero di defezioni. Andranno al voto da soli: Carisolo, Giustino e Massimeno. Lo stesso vale per Spiazzo, dov'è molto probabile ricandidi il sindaco uscente Michele Ongari, e Pelugo dove si dà per certa la presenza del sindaco in carica Stefano Galli. Pro fusione, invece, in alta valle Stembo, Caderzone e Bocenago che sono quindi esclusi dalla tenzone di maggio. Così pure per la propaggine inferiore della Rendena dove Villa, Darè e Vigo hanno deciso di convolare a giuste nozze. Nella Busa di Tione, il Capoluogo è stato lasciato solo. Come già detto, Bolbeno e Zuclo vanno per conto loro. Lo stesso vale per Ragoli, Preore e Montagne. Già uniti da un grande patto di sangue, e quindi molti interessi in comune, con la gestione delle Regole Spinale-Manez, istituzione millenaria, gestita appunto - da sempre – in modo unitario dai tre comuni. Nelle Giudicarie Esteriori, andranno alle urne gli abitanti di San Lorenzo e Dorsino per fondersi appunto in "San Lorenzo-Dorsino", due dei primi comuni giudicariesi che hanno detto sì all'accorpamento con il referendum dello scorso anno. Mentre voteranno in solitaria tutti gli altri comuni della valle. Vale a dire: Comano Terme, il primo ad aver intrapreso il processo di fusione, Stenico dove proprio in questi giorni ha dato la disponibilità a ricandidare il primo cittadino uscente Monica Mattevi. Infine Fiavè, dove è certa la presenza nelle liste del sindaco uscente Nicoletta Aloisi, e Bleggio Superiore, dove a sfidare Alberto Iori sarà probabilmente Massimo Caldera. Un discorso a parte lo merita la val del Chiese. In cui, a parte Bondone, fresco di votazioni per la morte prematura del compianto Graziano Scalmazzini, Storo che come già annunciato va in solitaria, con tra i favoriti il primo cittadino uscente Vigilio Giovannelli, e Castello che, avendo detto no al referendum per "Borgo Chiese" (Condino, Cimego e Brione), dovrà tornare al voto. Per tutti gli altri, eccetto Praso, Daone e Bersone che andranno alle urne per unirsi in "Valdaone", la tornata elettorale slitterà quasi sicuramente al 2016, quando voteranno anche Prezzo e Pieve di Bono per la costituzione dell'omonimo comune unico "Pieve di Bono-Prezzo". Fanalini di coda Roncone-Lardaro-Bondo e Breguzzo. Dove, perché l'unione sia a quattro, è atteso anche il sì che in questo caso dovrà essere pronunciato dal commissario Bonafini, in quanto dieci amministratori hanno rassegnato le dimissioni alla vigilia del 10 marzo. Data in cui dai consigli comunali è attesa l'adesione definitiva al referendum.