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Ingross Campiglio. Per il terreno nel 1992 furono pagati al Comune 298 milioni di lire. In caso di trasferimento la Famiglia Cooperativa è obbligata a retrocedere al Comune l'immobile. Le precisazioni dell'ex Presidente Ciaghi
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- Categoria: Madonna di Campiglio
- Pubblicato Venerdì, 27 Gennaio 2017 16:53
- Scritto da Giuseppe Ciaghi
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Sul quotidiano L'ADIGE di oggi (venerdì 27 gennaio) è apparso un articolo sul negozio all'ingrosso realizzato dalla Famiglia Cooperativa di Pinzolo al Colarìn di Madonna di Campiglio. Mi ha lasciato, basito, esterrefatto. Sono stato presidente della Famiglia Cooperativa di Pinzolo dal 1992 al 2001, i tre mandati canonici previsti dallo Statuto. In municipio a Pinzolo fui io a firmare l'acquisto dal Comune di Pinzolo del terreno interessato all'Ingross per servire la clientela di Madonna di Campiglio e dintorni (albergatori, rifugi e quant'altro). La Famiglia Cooperativa di Pinzolo pagò al comune quel terreno, di 1500 mq, 298 milioni di lire. Era l'ottobre del 1992 e allora non c'era l'euro, si adoperava ancora la lira. Nel contratto appariva questa clausola: "In caso di trasferimento a qualsiasi titolo dell'area oggetto della compravendita la Famiglia Cooperativa è obbligata a retrocedere al Comune l'immobile con quanto realizzato, al prezzo di esproprio e comunque ad una cifra non superiore a quella di acquisto". Dal che si evince come quell'area, comunque fosse stata usata, sarebbe stata sempre al servizio della comunità. La destinazione del lotto per la maggior parte era a bosco con una piccola striscia sul confine nord a edilizia popolare. A far da intermediario tra Famiglia Cooperativa e Comune e a sollecitare tale operazione fu il dottor Luigi Olivieri, allora assessore ai lavori pubblici del comune di Pinzolo.
In quel tempo a Pramagnàn al piano terra di un condominio la F. Cooperativa teneva aperto un negozio al dettaglio e uno, adiacente, all'ingrosso. Quest'ultimo di dimensioni molto ridotte, con le merci nell'interrato. Nel piccolo piazzale davanti alle vetrate c'erano pochi posti macchina, alcuni dei quali usati dai condomini. La struttura stava proprio davanti alla biforcazione della strada statale diretta verso il centro della stazione turistica con la traversa che porta al Palù e in zona Spinale: un incrocio problematico, oltre che pericoloso.
L'interesse del Comune a snellire il traffico e a risolvere quel problema si incontrò con i progetti della Famiglia cooperativa, intenzionata a realizzare nella frazione un ingrosso più ampio e funzionale alle esigenze del mercato, staccandolo dal negozio al dettaglio, anch'esso per un certo verso sacrificato, che così si sarebbe potuto ampliare e dotare magari di macelleria.
Il nuovo ingrosso avrebbe potuto servire l'utenza di Campiglio, la più corposa, e da lì anche quella di Pinzolo trasformando la struttura di Giustino in un grande supermercato con l'obiettivo di attirarvi tutta la clientela della valle e in tal modo prevenire l'arrivo in Rendena di altre insegne. Vorrei ricordare che abbiamo ideato questi progetti nel 1992!
Il Comune ci cedette un terreno al Colarin sulla vecchia strada del Righi. In omaggio al criterio appena adottato dal consiglio direttivo di allora di affidare i progetti di nuove strutture a tecnici soci della Famiglia Cooperativa a rotazione e non sempre a uno solo, venne dato l'incarico di redigere quel progetto all'ingegner Riccardo Maturi Carpèla con studio a Madonna di Campiglio. Il consiglio aveva deciso di fare un grande magazzino a piano terra, dalla strada verso il monte, e di ricavare al piano rialzato alcuni ambienti destinati a stanze per ospitare commessi della Famiglia cooperativa che venivano da fuori e che avrebbero avuto difficoltà a mantenersi a Campiglio, una saletta per il pranzo e un vano ove cucinare i cibi. Si era parlato anche di realizzare un piccolo appartamento da destinare a una famiglia che vi avrebbe fatto da custode.
Prima di metter mano concretamente alla nuova struttura, per ragioni di necessità, rifacemmo completamente quella situata in piazza Righi a Madonna di Campiglio e ci adoperammo presso il comune di Giustino per ottenere le licenze necessarie a costruire il nuovo grande supermercato a Giustino.
Poi il sottoscritto passò la mano, per ragioni di statuto- Di quanto accaduto dopo sono poco al corrente. Sentivo comunque il bisogno di far conoscere a tutti quanto si era messo in cantiere con gli amministratori con cui condivisi nove stupendi anni, faticosi ma ricchi di soddisfazioni e con il direttore Ornello Binelli, un tecnico di grande esperienza, pieno di iniziative, il motore della famiglia cooperativa a livello commerciale, oltre che di gestione e motivazione dei collaboratori. Sono convinto che quei progetti avrebbero dato un notevole sviluppo alla società.
Giuseppe Ciaghi