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SANT'ANTONIO DI MAVIGNOLA. Domenica 7 ottobre si inaugura la chiesa parrocchiale ristrutturata
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- Categoria: S. Antonio di Mavignola
- Pubblicato Venerdì, 05 Ottobre 2012 05:37
- Scritto da Giuseppe Ciaghi
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Con la Messa celebrata dal parroco don Mario Bravin alle 10, la cerimonia del taglio del nastro alle 11 da parte del sindaco William Bonomi e un rinfresco a mezzogiorno, domenica 7 ottobre il comune di Pinzolo consegnerà alla popolazione di Sant'Antonio di Mavignola la sua bella parrocchiale rimessa a nuovo.
La ditta Giorgio Fostini, maestra in quest'arte, ha ricoperto completamente i tetti dell'edificio e del campanile con calde scàndole di larice tagliate a mano, quindi si è rifatto l'intonaco esterno del tempio e si sono valorizzati il sagrato e le adiacenze con un indovinato arredo in porfido e granito, elegante e decoroso.
La chiesa, costruita negli anni '30, sostituì nelle sue funzioni l'antica cappella di sant'Antonio - (pur essa restaurata di recente con particolare riguardo alle pitture dei Baschenis e al recupero della struttura muraria) - a quel tempo quasi inagibile. Venne benedetta e aperta al culto da mons. Oreste Rauzi, vescovo ausiliario di Trento, il 22 ottobre del 1933 e consacrata da mons. Giovanni Maria Sartori il 22 giugno del 1997. (Più di sessant'anni dopo!).
L'interno, semplice e lineare, è decorato sulle pareti dagli stupendi affreschi - a sinistra immagini della vita di sant'Antonio, sul lato opposto le stazioni della Via Crucis - di Carlo Bonacina, artista di notevole spessore, che abbellì negli anni '40 parecchie cappelle delle valli del Noce. Fu autore fra l'altro delle vetrate a colori e di alcune pale nella chiesa dei Cappuccini di via Cervara a Trento, città che lo ebbe docente di pittura all'Istituto d'Arte Vittoria, maestro di Sergio Trenti, di Aldo Schmidt, nonché di numerosi altri allievi affermatisi nel campo della pittura e dell'incisione. Probabilmente venne chiamato in Rendena da padre Ermete (al secolo Lino Rauzi), un cappucino di notevole cultura, suo grande estimatore ed amico per averlo conosciuto nel monastero della Cervara, che giunse a sant'Antonio nel 1946 a curarsi i reumatismi con l'incarico di reggere "provvisoriamente" la parrocchia: un apostolato che si protrasse per ben 65 anni fino alla sua scomparsa.
Di recente l'interno verrà arricchito, grazie ad una donazione, di una preziosa tela dei primi anni del Seicento (Madonna con bambino e sant'Antonio abate) e di un Crocefisso in legno realizzato a cavallo dei secoli XVII e XVIII. Al di là della sua importanza religiosa e liturgica questa struttura ha così assunto con gli anni un'indubbia importanza culturale. Si tratta di un vero e proprio gioiello che merita essere visitato da quanti apprezzano l'arte ed il bello.