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Carisolo-Pinzolo. La centralina dell'ex consorzio elettrico fa ancora discutere. L'interesse della comunità viene prima di quello dei privati?
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- Categoria: Carisolo
- Pubblicato Venerdì, 10 Agosto 2012 16:52
- Scritto da Giuseppe Ciaghi
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"Bonum publicum debet preferri privato" l'interesse della comunità viene prima di quello dei privati. Il monito, che introduceva agli Statuti e alle vecchie Carte di Regole, ha indicato agli amministratori per secoli l'obiettivo da perseguire e i comportamenti da tenere nella gestione dei beni pubblici. Ma col terzo millennio il mondo sembra essersi rovesciato. In nome della privatizzazione, parola magica che consente al singolo di usare dei beni pubblici (acqua e altre risorse) per realizzare i propri guadagni, a farne le spese sono i cittadini e i loro interessi collettivi. Esemplare la vicenda della centralina di Nambrone, costruita dal Consorzio degli abitanti di Pinzolo, Carisolo, Giustino e Massimeno, ai quali fornì luce ed energia per mezzo secolo. Realizzata poco prima della confluenza della Sarca di Nambrone in quella di Campiglio venne ceduta all'Enel non senza qualche critica negli anni Sessanta e rimase attiva fino agli inizi degli anni Settanta. Storo e Stenico, che hanno mantenuto in vita le loro centrali traendone notevoli benefici, documentano quanto quella scelta fosse stata improvvida. Va pure riconosciuto che per i dipendenti, passare dal Consorzio all'Enel fu una fortuna. Vi lavoravano diverse persone, giorno e notte a turno, dal mitico "Anzelim da la luce" (Angelo Cimadom) a Gigiòti Bonapace, Giovanni Ferrari, Tito Maffei...
L'impianto da allora è rimasto fermo. Viene acquistato nel 2007 da Nambrone Srl, società costituita da tre proprietàri (società e privati) in ragione di un quarto ciascuno a due soci e del 50% al terzo. In precedenza interesse all'acquisto della medesima e alla sua riattivazione era stata manifestata in più occasioni dai comuni di Pinzolo e di Carisolo, dalle Funivie, nonché dallo stesso Consorzio di Stenico. Tant'è che il comune di Carisolo, sul cui catasto insiste la struttura, nella primavera del 2008 inoltrò domanda alla Provincia per ottenere la concessione dell'acqua destinata alla sua alimentazione. Domanda che venne ritirata dopo qualche tempo, così da consentire ai nuovi proprietari della centralina di presentarne una loro. Che rimane l'unica richiesta. La Pat nel 2009 istruì la pratica e invitò i due comuni di Pinzolo e di Carisolo a dare un parere in merito, sentito il consiglio comunale. Carisolo lo diede, dicendo che la concessione dell'acqua non creava loro problemi riguardanti l'impatto ambientale. Pinzolo non lo portò in consiglio. Il sindaco delegò Diego Tisi, primo cittadino di Carisolo a rappresentarlo a Trento nella Conferenza dei Servizi. La concessione venne rilasciata ai privati nel novembre del 2011.
Diego Binelli, consigliere comunale a Pinzolo, lamenta il mancato coinvolgimento del consiglio per il parere e rimprovera il comportamento del sindaco. Domanda ed ottiene di discutere l'argomento in consiglio, dove le minoranze nell'ultima recente seduta chiedono di stendere una delibera ove chiedere alla Pat di sospendere la concessione con un provvedimento di autotela. La maggioranza non accoglie l'invito.
Il problema verrà ripresentato nel prossimo consiglio "e noi perseguiremo tutte le strade per dimostrare quanto sia stato errato l'iter perseguito" dichiara Diego Binelli. William Bonomi invece getta acqua sul fuoco. "Il parere chiestoci dalla Provincia non era vincolante. La centralina è sul catasto di Carisolo e a me sembrava corretto lasciar decidere loro. Qualora avessimo voluto opporci avremmo dovuto supportare le nostre ragioni con progetti di difesa ambientale o alternativi di cui non disponevamo".
Morale della favola: una struttura costruita da una cooperativa di cittadini per un servizio pubblico, passa ai privati. L'avessero riattivata gli enti pubblici, quali benefici avrebbero potuto riversare sui propri censiti (fornitura di energia alla scuole e agli edifici pubblici, energia a costi ridotti alla Spa Funivie, alle imprese, alle famiglie......)? E' la domanda che si sente in paese.