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Notizie val Rendena

Caderzone Terme intitola il Centro Scolastico all'indimenticabile Tranquillo Giustina. Il ricordo di Mario Antolini del "Maestro"

tranquillo giustina di caderzone

In occasione della intitolazione del Centro Scolastico di Caderzone Terme al nome dell'indimenticabile Tranquillo Giustina, giudicarie.com lo ricorda con lo scritto che, in occasione della sua scomparsa, gli ha dedicato il suo amico fraterno Mario Antolini con il quale ha condiviso anni ed anni di intensa ricerca storica e di ricca produzione editoriale. Venerdì 7 dicembre 2012 si terrà la cerimonia di intitolazione della Scuola primaria di Caderzone Terme. Alle ore 15.00 l'apposizione della targa e gli interventi delle autorità. Alle 20.30 presso Palazzo Lodron Bertelli una serata di approfondimento della figura del maestro Tranquillo Giustina a cura del Centro Judicaria.

Tranquillo Giustina

Il 2 agosto 2006 è venuto a mancare, a Caderzone, il "maestro" Tranquillo Giustina, un vero personaggio che rimarrà nella memoria storica delle Giudicarie in modo particolare per la sua attività di storico. È più che giusto lasciarne il suo ricordo anche in "Strenna Trentina", che costituisce ormai lo scrigno prezioso delle persone e dei fatti più importanti del Trentino.
Per chi lo ha conosciuto, ricordare Tranquillo Giustina vuol dire riportare il pensiero (ed il cuore) ad una persona unica nella sua tipica proiezione ideale di vita: prima di tutto nel suo concetto cristiano del vivere e del suo rispettoso rapportarsi con gli altri; poi nella scelta professionale dell'insegnamento concepito come "missione educativa"; ed infine nella sua predilezione per la storia locale, "servita" con una dedizione ed uno scrupolo fuori dal comune.
Il suo carattere schivo lo ha tenuto piuttosto lontano dalla vita pubblica, ma le poche volte che è riuscito a vincersi ed a convincersi di parlare in pubblico ha sempre saputo coinvolgere l'interesse degli uditori, ammirati e stupiti dal suo profondo sapere e dal suo avvincente modo di porgersi. Ciò che gli è stata continua caratteristica è stata la sua professione di insegnante, che ha cominciato a diciannove anni, nel 1948, in Istria a Turriago, per poi passare quasi subito nelle province di Vicenza a Crespadoro, di Udine a San Giorgio Nogaro e di Padova a Piombino Dese, per poi tentare nuove esperienze in Sardegna a Borone ed a Desulo nella provincia di Nuoro, e quindi tornare sul "continente" a Livinallongo di Belluno da dove spiccherà il definitivo salto verso il rientro nella terra degli avi: prima a Bocenago e poi definitivamente a Caderzone. Dal 1948 al 1994, quarantasei anni di vera dedizione in assoluto alla scuola, tutta alla luce del sole, tanto che per tutti è rimasto "el maestro Tranquillo". Un vero maestro integerrimo, che seppe portare nella scuola la sua evidente e coltivata professionalità, sempre aggiornata, sempre consona ai dettati della pedagogia, della psicologia, della didattica e della metodologia. Il concetto di "missione educativa" fu per lui la linea guida del suo pensiero e della sua azione. Il suo è stato un vero e costante "servizio" all'insegnamento ed all'educazione-formazione dei giovani, maggiormente rafforzata dalla rinuncia ad una famiglia propria, e che si estrinsecò anche in campo ecclesiale con anni ed anni di assiduo ed attento catechista.
Come maestro dall'antico stampo la sua figura ed il suo nome rimarranno nell'innumere schiera dei maestri che hanno resa famosa ed indimenticabile la Scuola Elementare trentina, che ha avuto esimie figure di insegnanti ricordati ancora in ogni villaggio ed in ogni città delle nostre vallate. Ma in Giudicarie, e soprattutto in Rendena, Tranquillo Giustina rimarrà ricordato come lo storico che ha lasciato indelebile orma delle sue ricerche e delle sue pubblicazioni. Infatti, appena andato in pensione, il "maestro" cessò gli studi pedagogici per dedicarsi alle ricerche storiche relative, in modo particolare, alla sua valle: egli, nato in Istria, a Monfalcone nel 1929, da una famiglia di oriundi rendenesi, aveva ritrovato la culla degli avi e vi era ritornato con l'ansia degli emigranti felici di ritrovare la "via di casa". Ed egli la sentì nelle ossa questa sua "casa", e la visse, e la volle conoscere meglio, e l'amò tanto da donarle, gratuitamente e generosamente, gli anni delle sue profonde indagini ed una collana di pubblicazioni che ha dell'eccezionale. Sono una trentina i volumi a nostra disposizione, oltre agli articoli ed ai saggi apparsi su periodici e riviste. Un patrimonio inestimabile, soprattutto per il fatto che egli è andato ad indagare ciò che altri non avevano voluto o potuto rincorrere, portando alla nostra conoscenza personaggi, avvenimenti, situazioni del massimo interesse e capaci di riflettersi positivamente anche sul presente e sull'avvenire. Ricerche indefesse, continue, approfondite: non era mai pago delle sue indagini; voleva sempre arrivare fino in fondo ad ogni possibile conoscenza. Ed anche nella stessa stesura dei testi non era mai contento, continuamente assillato da una quasi affannosa rincorsa verso il massimo della perfezione linguistica. L'attento conoscitore delle sue opere si sarà accorto, per esempio, della peculiarità delle note a piè pagina: con queste egli voleva offrire al lettore ogni possibile strumento per meglio addentrarsi nello specifico argomento trattato; in esse vi si trova la sostanza del suo affanno di costante ricerca e rimangono preziose ed insostituibili anche per gli stessi storici.
Lo ricorderemo soprattutto per il "suo" Marco da Caderzone (1430-1490): un personaggio così lontano dalle caratteristiche umane dell'Autore, e che il Giustina amò studiare e descrivere con pagine appassionate. Così come gli è accaduto con la scoperta di Nepomuceno Bolognini (1824-1900): altra figura di rendenese di Pinzolo (industriale, fine scrittore e garibaldino), al quale il Giustina seppe ridare la giusta rivalutazione storica e letteraria. Risultano unici e fondamentali le pubblicazioni sui Lodron di Caderzone e di Verzeo-Bocenago, i cinque volumi sulla Storia di Caderzone, come La Rendena dei Malefizi ed i suoi interventi sui Carolingi e la loro presenza in Rendena. Impossibile riassumere qui tutti gli argomenti da lui affrontati e fatti conoscere. Né vanno dimenticate le sue opere nel campo della letteratura con 13 pubblicazioni di poesia (620 composizioni) e 3 saggi letterari tutti pubblicati in Toscana con lo pseudonimo di Enrico Dirovi, e vari volumi di Racconti.
C'è soltanto da augurarsi che tanta ricchezza, soprattutto di memoria storica, possa diventare costante patrimonio dei programmi scolastici di oggi e di domani, e che tante preziose pubblicazioni trovino aperte le porte delle case soprattutto dei Giudicariesi, i quali avranno così modo di conoscere meglio gli elementi essenziali delle loro potenzialità sociali e comunitarie.

Mario Antolini Musón