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Salviamo i negozi dei piccoli paesi, per salvare i paesi. La cooperazione contro l'apertura di grandi negozi nel fondovalle che minerebbero gli equilibri attuali. Binelli: Signori politici state mettendo a rischio il tessuto sociale dell'intero Trentino
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- Categoria: Massimeno
- Pubblicato Mercoledì, 07 Maggio 2014 22:40
- Scritto da m.c.
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Ornello Binelli, Carlo Gualdi, Modesto Povinelli, Tiziano Maturi, Luciano Mosca, Renato Masè, Pier Ernesto Righi, Luciano Chiodega, Walter Facchinelli, Marino Martini, Cleto Marchetti... Presidenti, direttori e consiglieri delle Famiglie cooperative di Consumo delle Giudicarie (una realtà che da lavoro a oltre 170 dipendenti e che fattura 40 milioni di euro), si sono seduti attorno ad un tavolo per rimarcare alla stampa il ruolo fondamentale della cooperazione nel mantenimento dei piccoli negozi, condizione necessaria per garantire vitalità ai piccoli paesi di montagna, e per render noto l'appello presentato al Tar contro la concessione alla catena Poli di aprire un negozio di 800 metri a Spiazzo Rendena.
«Il Tar di Trento aveva annullato la possibilità che Poli aprisse a Spiazzo. Ora è stata riammessa» sottolinea il presidente della Famiglia cooperativa di Pinzolo Ornello Binelli. «È stata estrapolata nell'area di 16 mila quadrati una superficie di 800 mq per esercitare un'attività al dettaglio. Non sappiamo sulla restante area cosa verrà fatto. Cosa succederà che tipo di attività commerciale verrà proposta. Se verrà fatto un centro commerciale a Spiazzo si rischia di concentrare lì in un unico paese l'offerta che potrebbe soddisfare la domanda di tutta la valle con un impoverimento di tutta la proposta commerciale degli altri paesi. Ci sono anche altre attività che qui non sono rappresentate dell'extra alimentare che rischiano di essere travolti dal centro commerciale. La piccola maglieria... il piccolo negozio a conduzione familiare già in difficoltà per la crisi... che fine farà. Io sono convinto che nella restante area ex Ille verranno proposte altre attività commerciali con i rischi e le conseguenze che tutti possiamo prevedere».
E se la preoccupazione è chiara nelle parole del Presidente della più grande Famiglia Cooperativa delle Giudicarie, non mancano le parole sul valore di quanto il movimento cooperativo ha rappresentato in Trentino. Si dice che la concorrenza stimoli il mercato e che permetta di avere un prezzo più basso... «È vero – conferma Binelli- ma la cooperazione ha sempre svolto questo ruolo di calmiere dei prezzi, perché non avendo come scopo quello di fare utile, ha sempre proposto i prodotti al giusto prezzo. Ed ha sempre reinvestito sul territorio le risorse a disposizione».
Ma non si può ridurre tutto ad un discorso meramente commerciale. «Se passa la logica del solo profitto, del dove mi conviene apro e il resto del territorio si adeguerà... da un punto di vista sociale andremo a perdere molto. Ieri abbiamo fatto un incontro con la comunità di valle che ci ha comunicato l'incarico dato al Politecnico di Torino per un'analisi della aree commerciali in Giudicarie e per individuare eventuali zone di espansione. Delegare agli altri non serve. Dobbiamo farci carico dei nostri problemi. Non facciamoci raccontare dal Politecnico di Torino quello che dobbiamo fare. Altrimenti si rischia che quando qui non ci sarà più il punto vendita, andremo a cercare chi ha redatto quello studio...».
«Signori politici state attenti. Con queste politiche, mettete a rischio il tessuto sociale dell'intero Trentino». E se l'appello al Tar appare più come un atto obbligato e conseguente alle iniziative legali precedentemente intraprese rimane valido e si rafforza il messaggio simbolico di questa iniziativa. «È una battaglia che parte dalla Val Rendena, ma che non riguarda solo la Val Rendena» è la voce all'unisono che esce dalla piccola Massimeno. «Non si tratta di agire con arroganza per evitare la concorrenza, ma significa salvaguardare un modello solidaristico sul quale il Trentino ha costruito la sua storia e che ha saputo tenere in vita i piccoli paesi di montagna».
Ad ospitare i rappresentanti delle cooperative di consumo e a manifestare il suo sostegno il sindaco di Massimeno Enrico Beltrami: «Il mio paese ha avuto negli ultimi anni un aumento della popolazione di circa il 25%». Una crescita dovuta alla scelta di alcune giovani coppie e famiglie di trasferirsi nel più piccolo comune del Trentino, che a detta del sindaco Beltrami «basa la sua forza e la sua vivacità e la sua appetibilità sull'ambiente, sulla presenza della Pro Loco, della Parrocchia e del punto vendita della Famiglia Cooperativa... venisse meno il negozio, morirebbe anche il paese». Anche da un punto di vista turistico, se mancasse il punto vendita «sarebbe squalificante, mancherebbe un servizio primario, e anche le case e gli appartamenti subirebbero una diminuzione del loro valore». Di qui l'appello: «Salviamo i negozi dei piccoli paesi, per salvare i paesi».