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Madonna di Campiglio, apre oggi la pista di slittino sul Monte Spinale

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Aperta da oggi la bellissima pista che parte dallo Spinale. Per chi non è molto pratico con sci...

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A Madonna di Campiglio la magia dell'alba in quota sugli sci. TrentinoSkiSunrise fa tappa al Rifugio Boch

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A Massimeno Storie d'acqua, spettacolo inserito nella rassegna Teatro Ragazzi

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Si terrà sabato 9 febbraio nella sala comunale di Massimeno alle ore 17.30 Storie d'Acqua...

Notizie val Rendena

Dante Fantoma, un personaggio importante per lo sviluppo energetico trentino. Il ricordo di Ennio Lappi

Ing. Dante Fantoma 1Dante Fantoma se ne è andato, in silenzio, in punta di piedi per non disturbare, da tempo non lo si vedeva più in giro, "Sai, mi diceva, sono spesso a Trieste, vengo in Rendena quando fa caldo". Lo vidi per l'ultima volta alcuni anni fa quando mi interessai all'epopea dei grandi lavori idroelettrici nel bacino della Sarca; nonostante l'età guidava ancora l'automobile, fisico asciutto, presenza imponente, occhio vivo di chi ne ha viste e vissute tante di storie. Parlava volentieri dei suoi trascorsi soprattutto alla SISM, Società Idroelettrica Sarca Molveno, ricordi vivi, indelebili, con molte soddisfazioni e qualche tristezza nel ricordare chi, in quei lavori, aveva lasciato la vita per garantire il progresso. Si infervorava anche quando gli si prospettavano le ferite lasciate sulle magnifiche propaggini della Presanella e in Val di Genova, "Vedrai, i tempi cambiano e gli uomini pure, allo sbocco della Val di Genova, mascherato dalla vegetazione c'è l'ingresso di una grande caverna scavata per installarvi una centrale, con la fame di energia che si avverte, non passerà molto tempo che si penserà di installarvi un grande impianto di produzione." Fantoma, con la fresca laurea in ingegneria, entrò alla SISM nel primo dopoguerra e subito fu destinato all'assistenza dell'ing. Dante Ongari che con l'ing. Bruno Bonfioli fu la vera anima della grande impresa finalizzata alla costruzione della centrale di S. Massenza che, seppure per breve tempo fu la più grande centrale idroelettrica europea, passando quindi a quella di Torbole. Dopo qualche tempo, per le sue non comuni capacità professionali, venne incaricato della direzione dei lavori alla diga di Ponte Pià con lo scavo della galleria di derivazione alla centrale di S. Massenza. Nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, in alta quota nel complesso della Presanella, vennero avviati i lavori per la realizzazione del progetto di sfruttamento delle acque dell'alto corso della Sarca che prevedeva la costruzione di ben sei centrali idroelettriche. La sede operativa della cosiddetta Seconda Zona fu insediata a Pinzolo sotto la direzione dell'ing. Luigi Zaretti affiancato dal giovane ingegner Fantoma e si iniziarono i grandi lavori, le tracce dei quali si vedono ancor oggi, lavori che da subito furono dapprima criticati e poi osteggiati da più parti. Il malaugurato incidente al Lago Serodoli, avvenuto il 14 ottobre 1954, provocò la fuoriuscita di gran parte dell'acqua del lago stesso con gravi danni all'abitato di Madonna di Campiglio e questo segnò l'arresto dei lavori che in seguito, sebbene molti anni più tardi, furono definitivamente abbandonati. Contemporaneamente Fantoma diresse i lavori della strada della Val di Genova e all'impianto Aprico-Squero per l'AEM di Tione, quindi nel 1956 gli fu affidata la direzione lavori alla centrale di Torbole.

Fantoma e geom Diprè 1

 

Anche quello fu un lavoro molto importante, si trattava di sfruttare idroelettricamente i circa 170 metri di dislivello esistenti tra il lago di S. Massenza ed il Benaco, realizzando una centrale sulla riva torbolana. A questo proposito l'ingegnere raccontava del contrasto con il sovrintendente alle Belle Arti Nicolò Rasmo il quale, adducendo validissimi motivi ambientali e paesaggistici, si oppose con forza all'ipotesi della collocazione dell'impianto in riva al lago costringendo la potente società ad internare la costruenda centrale di quasi due chilometri. Infine, riducendo la vasta attività del Fantoma al solo periodo giovanile, è doveroso ricordarne anche l'impegno nei confronti della comunità rendenese come il progetto e la costruzione della chiesetta di Ragada nel 1951 e, nel 1959, la direzione lavori del rifugio Mandrone progettato dall'Ongari.

Fantoma con ing Bonfioli e ing Baldessari al Cornisello 1