Roncone apre agli immigrati. Potrebbero arrivare una ventina di extracomunitari in un edificio dell'ex Istituto Arcivescovile per sordi di Trento
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- Categoria: Roncone
- Pubblicato Domenica, 26 Aprile 2015 08:18
- Scritto da Ettore Zini
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La notizia, in giornate come queste dove i Prefetti stanno chiedendo ai sindaci collaborazione per ospitare gli immigrati che approdano sulle nostre coste, è di quelle che in un piccolo centro di montagna provocano subbuglio. Il parroco don Celestino Ritz e il consiglio pastorale starebbero tentando di portare a Roncone un certo numero di immigrati, arrivati a Lampedusa. Questo almeno, è quanto pensa buona parte della popolazione, molta della quale è indignata perché si sta facendo tutto in gran segreto, senza informare il paese.
Di ufficiale non c'è ancora nulla. Ma, nel centro dell'Alta Val del Chiese, da giorni non si parla d'altro. Il parroco, con il consiglio pastorale sarebbe intenzionato a ospitare un numero imprecisato di quei poveri disperati approdati con i barconi sulle coste della Sicilia, nella casa per sordomunti, situata nella parte alta del paese. Un edificio con 24 posti letto, di proprietà dell'ex Istituto Arcivescovile per sordi di Trento, ora "Beato de Tschiderer", realizzato anni fa a Roncone, grazie alle donazioni di un vecchio sacerdote, utilizzato solitamente come soggiorno estivo per persone con problemi di udito, e all'occorrenza anche dal Comune per ospitare in occasione di manifestazioni cori o squadre di calcio. E' sull'utilizzo di quella casa, ora non abitata, che don Celestino Ritz e alcuni suoi parrocchiani farebbero affidamento. Da Trento, dalla sede centrale dell'Istituto sarebbe già arrivato il nulla osta. E, secondo alcuni, anche le pratiche per ospitare gli immigrati sarebbero a buon punto. Una prima conferma arriva da Ilaria Pedrini, ex capogruppo del PD in seno all'assemblea della Comunità delle Giudicarie, e membro del consiglio pastorale di Roncone che comprende anche le parrocchie di Bondo, Breguzzo e Lardaro che, anzi, a giorni – seguendo l'esempio dei comuni – diventeranno un'unica realtà pastorale. "Come circolo del PD – dice la Pedrini – abbiamo dato parere favorevole. E anche il consiglio pastorale si sta muovendo in questo senso. Ma, io sono la persona meno indicata per dare informazioni. Anche se non vedo i pericoli, che tanti minacciano". E' laconica l'ex capogruppo. Sulla base alle sue dichiarazioni, però, è evidente che c'è del vero nelle indiscrezioni che si rincorrono in paese. Una ventina, o più di immigrati calati in una realtà come Roncone, dice la gente, avrebbe l'effetto una bomba sociale. Soprattutto se non sono nuclei familiari, ma persone singole. I più preoccupati sono gli anziani. Lo conferma il titolare del bar Caval Negher, situato nelle vicinanze della casa per sordomuti. "Da quando si è sparsa la voce – ammette – è l'argomento del giorno. Qui, l'80% della gente, è contraria. Non c'è mattina che arrivi qualcuno a esternare le sue preoccupazioni". "Qui – spiega - finora siamo abituati a lasciare tutti gli usci di casa aperti. L'arrivo di questa gente è motivo di forte apprensione per tanti vecchi, abituati alla quiete del nostro piccolo centro". L'argomento è un refrain che si ripete in quasi tutti i locali pubblici del luogo. Mentre, chi forse interpreta veramente il pensiero della gente del posto è un'anziana che abita nei pressi di via don Santo Amistadi, a pochi metri dall'abitazione che dovrebbe ospitare i nuovi arrivi. "Roncone è un paese tranquillo. La novità ci spaventa. Forse sarebbe possibile integrare qualche nucleo familiare con donne e bambini. Ma, troppe persone singole no. Ciò che non ci piace, però, è che si stia facendo tutto di nascosto. Un confronto pubblico con tutta la popolazione su un tema così delicato sarebbe il minimo. E come facciamo a dare lavoro a questa gente, se anche i nostri giovani sono a spasso?". Il parroco, Don Celestino Ritz interpellato, di primo acchito dice che sulla faccenda non vorrebbe avere pubblicità. "Le cose – dice – preferisco farle senza propaganda". Poi, aggiusta il tiro: "Su quanto si dice in paese – sbotta - non c'è niente di vero. Sono solo chiacchiere, perché la notizia non c'è. La verità è che ci stiamo interrogando su ciò che è possibile fare per questa povere persone. Che non sono immigrati, ma profughi. Il tema è molto delicato. Quindi, sarebbe meglio, come spesso fanno i giornali per creare la polemica, non aizzare gli animi, con notizie che non ci sono. Quello su cui si dovrebbe interrogare la comunità è se questi sono fratelli da accogliere, oppure no". E' quasi irritato don Celestino Ritz. Soprattutto quando gli facciamo notare che in paese la popolazione pretenderebbe maggior coinvolgimento su una vicenda che interessa tutta la comunità. "Per ora la notizia non c'è – ripete – e, se ci sarà, anche la popolazione sarà informata".