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Bondo, Breguzzo, Roncone e Lardaro: cercasi nome per il nuovo comune

breguzzo comune

C'è chi come Cimego, Brione, Castello e Condino, sbagliando, ha affidato la scelta del nome del nuovo comune alla fantasia dei suoi amministratori. E chi, più democraticamente, per evitare critiche e dissensi, chiede preventivamente aiuto ai propri elettori. "Borgo Chiese", scelto senza interpellare la base, aveva suscitato più di una critica da chi avrebbe più appropriatamente optato per "Pieve di Condino", storica unità parrocchiale che raggruppava un tempo tutti i paesi fino alle ultime propaggini del lago d'Idro. Nel progetto di fusione tra i comuni di Bondo, Breguzzo, Lardaro e Roncone, la scelta del nome della futura realtà amministrativa è stata affidata agli abitanti dei quattro comuni. Saranno loro a scegliere, tramite un referendum informale, quale l'appellativo della nuova giurisdizione. La rosa dei nomi è stampata su una scheda a disposizione nei comuni di appartenenza. Entro il 24 febbraio, vale a dire fino a martedì, gli abitanti possono recarsi nelle sedi dei rispettivi comuni per esprimere la loro preferenza. I possibili appellativi contenuti nella scheda sono otto: Alta Giudicaria, Alteville, Borgo al Lago, Corona di Giudicarie, Montecorona, Sella delle Giudicarie, Terrefiere e Valbona. Come si può vedere, l'inventiva e la creatività degli amministratori dell'Alta Val del Chiese è davvero prolifica. Spazia dall'aggettivo Alta. Che, sta appunto per alta valle, a Borgo al lago, in omaggio al laghetto di Roncone, fino a Valbona, valle che confina in quota con i crinali di Tione e comprende anche gli omonimi laghetti di Valbona. Persino a Terrefiere. In auto-omaggio alla fierezza e al carattere sanguigno della gente che abita nei pressi della Sella di Bondo, il passo che collega la Busa di Tione con il Chiese, un tempo pietra miliare e punto di scollinamento verso i territori confinanti con la sponda bresciana. Le botte di ingegno degli amministratori locali non sembrano, però, aver colto nel segno. Visto che, a soli due giorni dalla chiusura del sondaggio, pochissime sono le schede depositate dai potenziali elettori. In primo luogo nella sede comunale di Breguzzo. Dove, da ieri, a seguito delle dimissioni in massa di dieci consiglieri, di cui la metà di maggioranza, le problematiche inerenti al nome sono precipitate in ultima fila. Bisognerà vedere, infatti, se entro il 10 marzo, ci sarà un commissario in grado di reggere le sorti dell'amministrazione. E, se come auspica il sindaco sfiduciato Antonello Ferrari, comunque il nuovo funzionario straordinario riterrà opportuno proseguire nell'azione referendaria.

A questa incognita, di per sé già molto importante per il felice esito della consultazione per un comune unico dell'Alta val del Chiese, vanno aggiunti i mal di pancia, molto evidenti, palesati dal piccolo comune di Lardaro. Duecentodiciassette abitanti, proprietari di un'estensione territoriale e quindi di diritti di uso civico, almeno tripli di quelli di Roncone, che di abitanti ne conta 1.500. I timori del comune più piccolo che, in virtù di una fusione finora accettata più per i pressing della Provincia, che per la reale convinzione della necessità di unire i quattro municipi solo un sol tetto, sono di dover dividere le proprie disponibilità di legna da ardere (le famose "Part de la legna") con i vicini. E' curioso doverne prendere atto. Ma, alla vigilia del terzo esperimento di unificazione della Val del Chiese, sono in molti a ipotizzare che il referendum potrebbe fallire per i timori di dover spartire dalla prossima legislatura un minor quantitativo di legnatico. Parafrasando uno dei mitici film di Sergio Leone, non "Per qualche dollaro in più". Ma, "Per qualche quintale di faggio in meno".