Se ne è andato un ragazzone che con grande capacità sapeva aiutarti senza chiedere nulla in cambio. A Condino l'estremo saluto a Luciano Radoani
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- Categoria: Condino
- Pubblicato Martedì, 07 Febbraio 2017 21:20
- Scritto da Aldo Pasquazzo
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BORGO CHIESE. Già un'ora prima della funzione funebre la cattedrale Maria Assunta di Condino era strapiena di gente. Appena al di là delle balaustre la bara bianca dove Luciano Radoani riposa. Al primo banco, sul latro destro, i parenti più stretti. Mamma Roberta, avanti con gli anni, però non c' è. Un' assenza comprensibile e scontata ma stracolma di dolore. Tanti anche alpini con cappello e gagliardetti.. La rappresentanza delle penne nere ha dimensioni valligiane. A funzione conclusa tocca al neo capogruppo Marco Bodio parlare per tutti.
La tragedia stradale di sabato mattina a pochi passi da casa se lo è portato via per sempre: una sequenza tutta da dimenticare dove ogni soccorso si era da subito rivelato inutile. La BMW 320, che viaggiava alla volta di Storo, in località Sorino, si rigira e poi si schianta a ridosso di un grosso albero. Per lui non c'è più nulla da fare. La tragica notizia fa ben presto il giro della valle ed è subito dolore.
Nel pomeriggio di questo martedì, in occasione dei funerali, sul presbiterio ben quattro sacerdoti a concelebrare con l'arciprete don Vincenzo Lupoli. Lo affianca il suo predecessore don Francesco Scarin e dall'altra parte don Michele Canestrini oltre a due prevosti giunti dal bresciano dove il fratello di Luciano, Loris, vive.
La corale parrocchiale accompagna la funzione e i banchi sono tutti al massimo della capienza. Qualcuno parla di 900 persone e quel dato lo conferma Paolo Giovanelli del corpo di Polizia locale che coordina il traffico esterno alla chiesa.
L'arciprete don Vincenzo Lupoli indossa paramenti viola come anche coloro che lo affiancano su l'altare. Tocca a lui pronunciare l'omelia.
"Niente e nessuno può separarci" - dice don Vincenzo ."Chiedo al Signore che in questo momento sostenga mamma Roberta e tutta la sua famiglia".
Il prete non distoglie mai lo sguardo dalla bara e dai parenti più stretti e aggiunge: "Luciano, che era considerato un gigante buono, aveva compreso parecchie cose dalla vita. Un ragazzone che con grande capacità sapeva aiutarti senza chiedere nulla in cambio".
Poi ancora. "Nemmeno la morte può cancellare l'amore che Luciano ci ha regalato. E' stato un cercatore di Dio e forse non sono in molti a saperlo. Aveva nel cuore tanta nostalgia di Dio e per questo alla messa domenicale lui c'era".
Nella parte ultima dell'omelia don Vicenzo aggiunge : "Facciamo tesoro dell'esempio lasciatoci. Tutti coloro che lo hanno conosciuto sappiano impostare la propria esistenza su l'amore, lontano dagli egoismi e dagli orgogli personali investendo il tutto sul perdono, su l'umiltà e sulla bontà. Buon viaggio Luciano, ricordati sempre di noi".
Poi tocca alle giovani nipoti ricordare lo zio. Lo fanno pure loro dalle balaustre come anche la coetanea insegnante Cinzia Monfredini . Parole semplici ma che andavano diritte al cuore. Da sotto le navate la gente applaude.
Quindi l'incamminamento verso il vicino cimitero dove il trombettista Andrea Butterini suona il Silenzio. Poi l'incombenza più triste della sepoltura.