Storo, grande partecipazione della cittadinanza alla serata Canzoni e immagini per non dimenticare... la Grande Guerra con il Coro Valchiese
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- Categoria: Storo
- Pubblicato Venerdì, 04 Luglio 2014 07:15
- Scritto da Stefania Alessi
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Sarà stata la prima giornata estiva non solo su calendario, sarà stato il tema, sarà stato l'affetto per i protagonisti, ma vedere la piazza piena e i bambini giocare per strada (chiusa al traffico per l'occasione) non è cosa solita in paese, ed è stato un piacere!
"Canzoni e immagini per non dimenticare..." la Grande Guerra con il "Coro Valchiese", uno degli organizzatori insieme alla Sezione C.A.I. S.A.T. di Storo, che ha scosso l'aria con canzoni riguardanti le pene patite dagli alpini, la speranza e gli affetti a cui i soldati si aggrapparono per non disperare, la bellezza delle montagna dove si son svolte tante battaglie ma soprattutto infinite ed estenuanti attese, nonché le bellezze della nostra valle.
Giunto il calar della sera, che ha reso possibile la proiezione delle slide sulla facciata del municipio, la manifestazione è proseguita con Francesco Bologni, invitato a chilometri zero, quindi ecosostenibile, come si è definito, conosciuto e stimato ricercatore amatoriale della Grande Guerra, e non solo, il quale ha presentato una ricostruzione che continua da 30 anni, cominciata col ritrovamento di un gavettino, passata dalle perlustrazioni con un metal detector che l'ha spinto ad essere uno dei fondatori del museo della Grande Guerra di Bersone, ed arrivata allo scandaglio degli archivi storici, virtuali e non, che gli ha permesso di portare al pubblico una fotografia chiara di quel che è stato vivere quegli anni.
Già prima del 28 luglio del 1914, giorno in cui fu dichiarata guerra alla Serbia da parte dell'Impero austro-ungarico, cominciarono gli esodi, le divisioni di paesi quando non di famiglie fra i diversi schieramenti, italiano e austro-ungarico appunto, le partenze per una guerra da cui pochi fecero ritorno "grazie" alle nuove regole (prima di questa non si poteva uccidere i comandanti perché non vi fosse il caos sul campo di battaglia) e alle nuove tecnologie (una su tutte la mitragliatrice; si pensi che nelle case non vi erano ancora né acqua né energia...), la propaganda, la censura e gli stratagemmi per aggirarla (le lettere scritte col limone che, scaldando con una candela, divenivano leggibili), le spie che segnalavano agli italiani i sentieri e la posizione di sentinelle e armamenti (il forte Cariola di Lardaro, per citarne uno, che poteva sparare fino a Ponte Caffaro) perché potessero avanzare, la scritta lasciata da una bambina sull'interno di un baule che racconta con poche e semplici parole il tormento e le tristezze di quei giorni (le campane sequestrate per poterle trasformare in armi di cui riesce a rubarne un pezzetto...), i tentativi di nascondere i propri beni (nel 2000 è stato ritrovato un paiolo in un muro)...
Di cose da dire ce ne sarebbero molte, sicuramente però Francesco le ha riassunte bene ed è sempre interessante partecipare a questi incontri (comunica che il 2 agosto si terrà nella zona di Nar, sopra Storo, la presentazione delle ricerche sui due aerei caduti in quei luoghi durante la Seconda Guerra), rispolverare la memoria, ricevere nuovi dettagli, e se il tutto viene accompagnato da una suggestiva cornice come il Coro Valchiese ancora meglio poiché non si dice mai a sufficienza quanto brutta sia la guerra...