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"La musica sei tu" di Kimbo Ina Vellocet

LA MUSICA SEI TU k 

... Vedi come la musica ha "miliardi di facce"...
La musica è il luogo della scoperta, uno spazio da concepire non come una storia,
o una danza, o altro, ma IL LUOGO DOVE RECARSI: se vuoi andare in quel luogo
devi semplicemente ascoltare.
Respira, stai fermo, muoviti, socchiudi gli occhi, ricrea la tua vita dentro il ritmo della musica
e Lei diventerà la tua medicina. Come fosse una luce che ti attraversa e che guarisce malesseri,
disarmonie e tristezze.
Quando ascolti la musica non ti viene trasmessa solo la musica, ma un'intera esistenza.
Niente è solo musica. Dentro le sue onde vivono immagini, persone, mondi ...
Universi vicini e universi abissalmente lontani.
Una vibrazione invisibile che riesce a superare il tempo e il luogo.
Per me la musica è proprio l'arte per eccellenza.

                               (Kimbo Ina Vellocet)

MUSIC SEVENTIES: alcune osservazioni veloci. Da La Musica sei tu di Kimbo Ina Vellocet

AMON DUUL - WOLF CITY 

...La macchina cosmica del rock tedesco inizia la sua esplorazione... Come retroterra culturale il mondo germanico aveva il territorio colto dell'avanguardia musicale, la dodecafonia di Arnold Schoenberg, la Scuola di Darmstadt che apriva le porte alla sperimentazione con Karlheinz Stockhausen, il ricorso a nuove ideazioni ecologiste in campo sociale, la nascita del movimento antinucleare... Proprio su questo territorio ideale il critico Rolf Ulrich Kaiser propone la sua visione estetica che partendo da predisposizioni "teutoniche", approda a sonorità psichedeliche post "sbarco sulla Luna", rivelandosi in forma di viaggio cosmico inizialmente favorito dall'uso di "sostanze", poi, manifestamente improntato a rappresentare un suono/luogo oltre, per lo sviluppo della comprensione e per l'evoluzione della mente. Nell'immensità dello spazio siderale si ritrovano le espressioni della musica, il kraut-rock che riprende l'utopia e la visionarietà di Ummagumma facendosi messaggio con una organizzazione sonora celestiale, in bilico fra follia e tecnologia. I musicisti elettronici come Klaus Schulze, i Tangerine Dream, i Popol Vuh, gli Amon Duul, i Can, i Neu, ma soprattutto i Faust, renderanno corpo ad una volontà espressiva capace di raccogliere elementi musicali fra la meditazione e l'apocalisse, fra la ritmica ossessiva che riporta ad un sottofondo infinito carico di fascino e di intimità assoluta. Avanguardia psichedelica forse in anticipo su tutto, 20 anni antecedente allo sviluppo delle forme comunicative che realizzerà il computer. Ma fra le corde di questa musica anche il misticismo orientale che i "quattro di Liverpool" avevano avanzato durante i loro giorni sul finire dei '60. "Hosianna Mantra" dei Popol Vuh è una canto astrale che si apre a metà fra le voci del medioevo e la logica spirituale del futuro. Accanto a loro anche i "Renaissance" tesi a rievocare gli splendori del Canto Gregoriano da aggiungere alle perigliose sonorità di nastri magnetici, lamine d'alluminio percosse per ottenere vibrazioni, rumori di sottofondo per la rappresentazione della coscienza......to be continued...