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Sulla nuova legge elettorale

calderoli il padre del porcellum

Nel marzo del 1993, mentre due governi tecnici prima del governo Amato e poi del governo Ciampi gettavano le reti del salvataggio finanziario con una serie di operazioni al limite delle regole con il tristemente famoso prelievo forzoso, in vista del referendum Segni sulla legge elettorale avevamo assistito all'ultima parata della classe politica e dei partiti della prima repubblica. Quasi tutti sembravano puntare ad un sistema maggioritario bipolare.

Si era ai tempi del governo Amato e solo le voci di Fini e Garavini e di qualche frangia della Democrazia Cristiana si levarono contro quel referendum che portava l'Italia verso un sistema anglosassone.

Ma la Lega del senatur Bossi e il Pds del segretario Occhetto, in vista del successo politico che si defilava, con un errore clamoroso rinviarono le elezioni politiche, che avrebbero messo subito nelle loro mani l'Italia e iniziarono a girare l'Italia per propagandare il referendum sul maggioritario. Ad uno di questi incontri una sera arrivò a Storo il senatore della Lega Erminio Boso, con il senatore dei DS, Luigi Olivieri. La sala era gremita di gente compresi i segretari di partito.

Come uno showman, il grande e grosso senatore intrattenne l'assemblea descrivendo i politici romani come esseri orientati solo al loro tornaconto e , anticipando i rinvii a giudizio che di lì a poco avrebbero colpito gli esponenti della prima repubblica. Con la Lega Nord e la nuova legge elettorale sarebbe finita la corruzione nel paese. Oggi si sono rivelati solo slogan anche se il buon Boso sembrava in buona fede.

Qualcuno nella sala però chiese: "Caro Erminio, perché la Lega che è nata grazie al sistema proporzionale ed è riuscita ad affermarsi piazzando inizialmente un solo senatore Bossi e un solo deputato Speroni, ora vuole il maggioritario? Non corriamo il pericolo in Italia con una linea al centro di bloccare qualsiasi rinnovamento politico futuro? La Lega Nord sta mostrando una sete di potere quasi antidemocratica?"

Alla provocazione il senatore rispose con uno sberleffo mentre l'assemblea scoppiava in una risata.

Così mentre mezza Europa nei primi anni novanta si stava interrogando sulla democraticità dei sistemi maggioritari che registravano un progressivo assenteismo nei paesi dove è in vigore il maggioritario come quelli anglosassoni, con una oligarchia politica, dove la destra non si distingueva più dalla sinistra, l'Italia si avviava a dividere la propria complessa cultura politica dove la stessa sinistra era divisa tra riformismo e socialismo reale e la destra tra nazionalismo statalista e liberismo di mercato si trovarono di fatto a dover convivere, e organizzarsi come due fazioni, o meglio in due tifoserie, in due bande, ma pronte a dividersi su ogni argomento, come poi si è visto tra democratici e sinistrà e tra Pdl e Udc..

Il sistema maggioritario puro in un paese latino a sangue caldo ha così provocato una sorta di deterioramento sociale e una decadenza economica che ha distrutto la dialettica politica, sotto l'accusa dell'inciucio e del compromesso, e una crescita del partito-persona. Attraverso un processo di decadenza politica analogo, i comuni fiorentini tra il XIV e XV secolo, finirono con il diventare delle Signorie.

Quei due partiti, Lega Nord e PDS, che in quei giorni si trovato al timone dell'Italia avevano mostrato una brama di potere che poi si è rivelata disastrosa e all'origine dell'attuale crisi. Infatti dopo il referendum del giugno 1993, la sorpresa fu quella di consegnare paradossalmente il parlamento a Forza Italia, il nuovo partito di Silvio Berlusconi.

Correva il maggio del 1994. Da allora la seconda repubblica ha cominciato a insediarsi modificando ancor più la legge elettorale ch degnerò dal Mattarellum all'attuale Porcellum.

L'avvio degli accordi tra PDL e PD su una nuova legge elettorale speriamo vadano verso il superamento di questa spaccatura, che ha diviso in modo innaturale, al centro la cultura politica italiana, disinnescando gli animi troppo ideologizzati. La strada è quella di ispirarsi al modello tedesco, che è il popolo che storicamente più ci assomiglia, da una parte riducendo il numero dei partiti con lo sbarramento al 5%, ma dall'altra mantenendo l'unità di tutte le componenti a partire dai cattolici, con le due componenti della sinistra e alla destra. Il passaggio tra la seconda e la terza repubblica sarà quindi segnata da questa necessità di ricollegare le idee presenti nella società, qualunque esse siano, con la stabilità politica del buon governo.