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Razza Rendena: dopo il latte, ora si sperimenta anche la carne biologica

i torelli di razza rendena

La Razza Rendena tenta anche la carta del biologico da carne. Dopo il successo nel latte e latticini, ora è la volta di verificare se anche la carne può puntare sul bio. Prodotto che indubbiamente ha un futuro, per il crescente interesse del mercato. Gian Battista Polla, per trent'anni presidente della Razza Rendena a livello locale, ed ora alla guida dell'Anare (Associazione Nazionale Bovini Razza Rendena), è certo che gli esperimenti potranno dare ottimi risultati. "Però – spiega, con la cautela che è tipica della gente di montagna – bisognerà attendere almeno un anno, per vedere se il tentativo va in porto". Per ora l'associazione ha acquistato una trentina di torelli. Magnifici esemplari che, hanno affidato a Rino Artini di Zuclo. Allevatore di grande esperienza nel settore che, alla fine di aprile, ha inaugurato un altro blocco della stalla che possiede all'uscita nord del paese, lungo la strada che porta al passo Durone. Un allevamento attivo dal lontano 1967. Nella nuova struttura, ha ricavato uno spazio interamente dedicato all'allevamento, con prodotti esclusivamente naturali, dove in box ampi collegati all'esterno, come prevede la legge sulla produzione biologica, hanno trovato posto gli esemplari di Razza Rendena. L'obiettivo è verificare se anche per l'antica Razza di bovini importata sui pascoli della val Rendena dalla Svizzera nel 1712, a seguito di una serie di epidemie provenienti dalla Val Trompia, che avevano colpito ripetutamente le Giudicarie dal 1579 al 1590, c'è la possibilità di produrre carne biologica. Finora da questa razza bovina, di stazza assai modesta (il peso medio supera di poco i 350/400 chilogrammi), particolarmente adatta all'ambiente montano e all'alpeggio, di biologico si produceva solo il latte. Ora i suoi responsabili sono fermamente intenzionati a verificare se di "bio" è possibile ricavare anche la carne. Ogni mese, gli esperti dell'associazione, in collaborazione con l'Università di Udine, compiono prelievi per controllare le varie fasi della sperimentazione.

A gennaio, ha detto il presidente Polla, si tireranno le somme. Solo allora si saprà se, oltre al latte, anche i filetti e i roast beef dei torelli di Razza Rendena potranno affrontare con tranquillità le tavole degli italiani. Il prodotto bio fa registrare un crescente interesse da parte dei consumatori. Il progetto sperimentale, avviato nella stalla Artini, secondo gli associati dell'Anare, promette grandi soddisfazioni. Nel frattempo però, dicono, è bene andare con i piedi di piombo. Non a caso, i responsabili dell'Associazione e della Federazione allevatori, all'ottimismo aggiungono anche molta cautela. Attualmente le vacche di Razza Rendena possono contare su circa 5.000 capi. Di queste, solo 1.300 sono nella zona di origine e in Trentino. Mentre oggi, le stalle più numerose sono in provincia di Padova e di Vicenza, dove queste vacche dal mantello scuro, castano-bruno con strisce bigio-rossastre, hanno trovato terreno fertile in virtù della loro resistenza e dell'adattabilità ai pascoli d'alta quota, come quelli dell'Altopiano di Asiago.