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Il Piano territoriale di Comunità sostiene la politica dei grandi caroselli sciistici: solo cinque i voti contrari al documento preliminare

Assemblea Comunità Giudicarie - Vincenzo Zubani
Hanno prevalso le ragioni dell'economia. A Tione, a stragrande maggioranza è passato il Documento preliminare del Piano Territoriale di Comunità. Solo 5 no e 4 astensioni, su 64, hanno sancito l'assenso che contiene anche il "si" all'ampliamento del carosello sciistico di Pinzolo-Campiglio-Marileva, con il possibile inserimento nelle aree dello sci di massa, anche dell'area di Serodoli.
Un'area finora indenne dalle speculazioni degli impiantisti. Ora raggiungibile d'inverno solo con pelli di foca e attrezzature da scialpinismo. Difficile dire quanto tempo ci vorrà perché ciò accada. Di certo c'è che, difficilmente una volta aperto un pertugio,la speculazione si è fermata. Lo scenario turistico del resto è mutato: Campiglio oggi deve rispondere alla nuova clientela internazionale, che ha soppiantato il meno esigente sciatore italiano.
I nuovi frequentatori della Perla delle Dolomiti, sono molto diversi da quelli che affollavano l'alta Rendena fino alle soglie del 2000: arrivano in aereo, parlano lingue differenti, prenotano tramite tour operator con ampio anticipo. E soprattutto lasciano negli alberghi e nei negozi banconote di grosso taglio. E' un turismo nuovo. Che predilige caroselli sciistici ampi: che non s'accontenta di piste come lo Spinale, il Grostè o la Pancugulo, negli anni d'oro, punte di diamante dell'offerta turistica rendenese. E' per far fronte alle nuove istanze che martedì sera l'assemblea della Comunità di Tione ha votato a ranghi compatti l'avvio del lungo iter del Ptc Giudicariese, che contempla- appunto - anche lo sfruttamento di Serodoli. D'estate area di grande pregio paesaggistico. D'inverno bacino nelle mire future delle società Funivie, per la sua esposizione a nord, e soprattutto per i pendii sempre innevati che arrivano ad oltre 2.700 metri di quota. La discussione è stata meno vivace e articolata di quanto ci si aspettasse.
Al piano mansardato di Via Gnesotti, a Tione, non sono entrati gli anatemi e le voci contrarie di Italia Nostra e WWF. Due soli gli interventi contrari. Quello dell'ex sindaco Vincenzo Zubani, che già aveva espresso la sua contrarietà in preassemblea. E quello di Ilaria Pedrini, capogruppo del PD, che per tener fede alle sue convinzioni di tutela ambientale, ha sfidato le ire del partito, che, come risulta dalle votazione ha invece espresso un "si", convinto, al possibile utilizzo di Serodoli.
Chi ha seguito il laborioso iter di approvazione di questo documento preliminare, sa che le cose non potevano andare diversamente. La presidente Patrizia Ballardini, e con lei tutta la Giunta, hanno sempre sostenuto la necessità di lasciare spiragli aperti all'ampliamento delle aree dello sci da discesa, "unico motore del turismo rendenese e di tutta la Valle" : il 50% del Pil locale e il 30% in Giudicarie. Dati ribaditi in assemblea, e argomento (i numeri sono numeri) che, in qualche modo, hanno fatto chiudere un occhio anche a convinti sostenitori della teoria che "lo sci non è tutto", come l'ex sindaco di Ragoli Vittorio Martini. Che, alla conta finale, e con lui altri dichiarati paladini delle risorse ambientali, hanno fatto mancare il loro sostegno a quel pugno di irriducibili che al Pil, hanno preferito il sostegno delle bellezze ambientali. Anche come valore spendibile, in un futuro turismo di qualità.
Non che la votazione di martedì abbia già sancito in modo definitivo l'utilizzo intensivo di quella conca che guarda il massiccio del Brenta. Lo hanno ricordato la Ballardini e Olivieri. L'iter per l'approvazione definitiva del Ptc, è ancora lungo. E poi, bisognerà vedere se ci saranno anche le condizioni economiche per sostenere la realizzazione di nuovi impianti. Cosa non facile, con questi chiari di luna. Certo è che uno schieramento di forze così compatto, come quello ostentato dall'assemblea della Comunità di Valle, è un referendum pro sviluppo intensivo. Che non lascia spazio a dubbi: i Giudicariesi credono fermamente che il loro futuro turistico sia lo sci da discesa. E sono poco propensi a credere, come sostiene un'esigua minoranza, che le vere opportunità vengano dalla salvaguardia ambientale di quei pochi angoli rimasti immuni dal turismo di massa.



Piano Territoriale: l'iter


Non solo impianti da sci e aree sciabili. Il documento preliminare del Ptc delle Giudicarie, seppur in modo meno specifico, affronta tutti gli argomenti relativi all'identità del paesaggio locale, all'economia e allo sviluppo turistico. Artigianato, e agricoltura compresi. Senza tralasciare mobilità, viabilità e tutti i servizi alla comunità. Ne individua i punti di forza e di debolezza, indicandone priorità e indirizzi strategici. Il suo iter però è ancora laborioso. E' costellato di scadenze che ne prevedono l'entrata in vigore solo in tempi lunghi. Oggi difficilmente quantificabili. Le prossime mosse contemplano: 1) la stipulazione dell'accordo di programma.2) L'elaborazione del progetto.3) L'adozione di Piano da parte dell'Assemblea, compreso il documento di salvaguardia.4) Il deposito del Ptc, per 90 giorni, e del rapporto ambientale.5) La fase delle osservazioni. 6) La seconda adozione (quella definitiva) da parte dell'Assemblea.7) Infine l'approvazione della Giunta Provinciale entro 60 giorni dal ricevimento. Com'è possibile vedere, prima della pubblicazione,ed entrata in vigore definitiva, deve passarne ancora di acqua sotto i ponti. Chi ha buona memoria ricorderà che anche il Piano Urbanistico Comprensoriale del C8 ha seguito un iter analogo. Salvo poi essere stato buttato nel cestino. Dopo anni di assemblee fiume ed estenuanti incontri sul territorio. (e.z.)