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Comunità delle Giudicarie, tutti a casa. La Lega fa mancare il numero legale sulla mozione di Facchinelli sulla tutela dei piccoli negozi

assemblea comunità delle giudicarie bNumeri come sempre troppo risicati, e una mozione troppo sbilanciata a favore della cooperazione, non condivisa nemmeno da parte degli esponenti del PD, ha fatto saltare la seduta della Comunità di Valle di Tione. Buccia di banana, e casus belli, la chilometrica mozione a difesa della Coop, presentata dal segretario del PD Walter Facchinelli, che ipotizzava addirittura la revoca al Politecnico di Torino dell'incarico di redigere la proposta tecnico-scientifica per la redazione del piano commerciale di Comunità. Nel documento originale, Facchinelli chiedeva alla Giunta di non prevedere nel PTC grandi superfici di vendita (da 800 a 10.000 metri), in quanto, con una disamina tutta impostata sugli interessi delle cooperative locali, con l'arrivo dei colossi della distribuzione il commercio giudicariese correva il rischio di soccombere. La mozione è stata presentata il 26 maggio. Ma, solo tre giorni dopo la ricerca del Politecnico, resa nota al Tavolo di Concertazione del PTC, scongiurava l'arrivo in Giudicarie di grandi aree di vendita, in quanto la zona è ormai satura.

Al che, la mozione, oltre a perdere significato, diventava un palese autogol. Anche perché, troppo sbilanciata a favore delle famiglie cooperative senza nessun accenno agli altri esercizi commerciali della valle. Invece di ritirare la mozione, e ripresentarla emendata nella seduta successiva, come consigliavano alcuni esponenti del suo stesso partito, Facchinelli, neo presidente della Famiglia Cooperativa di Vigo Rendena, ha preferito tirare diritto, concordando con l'Upt un nuovo testo edulcorato. A quel punto il capogruppo della Lega Cervi ha abbandonando l'aula assieme ad un collega di partito, facendo mancare il numero legale. I momenti salienti hanno fatto registrare gli addebiti frontali del capogruppo della Lega Nord Cervi alla cooperazione. Colpevole - a suo avviso - di volersi tutelare alle spalle dei consumatori. "Siamo qui a discutere la salvaguardare dei piccoli negozi – ha detto Cervi – o il consolidato monopolio della Cooperazione?". "La concorrenza, evidentemente, fa paura – ha aggiunto l'esponente della Lega - ma, un sì fatto sistema non può reggere il confronto con altre realtà più dinamiche, visto che i prezzi sono mediamente superiori del 10-15% in Trentino. E, del 25-40% fuori provincia". "Questo è un attacco alla storia di questa terra – gli ha fatto eco l'assessore Luigi Olivieri – io non posso permettere che si svilisca in questo modo il valore della cooperazione di consumo che è la spina dorsale della nostra comunità". A rimarcare però il disagio dell'assemblea, per una mozione che sarebbe stato opportuno rinviare, gli interventi di Ivo Butterini, PD: "sono contrario a discutere le modifiche, è opportuno rinviarle a nuova assemblea". Di Maria Chiara Rizzonelli, Gruppo Civico:"Bisogna dare una risposta pratica alla salvaguardia di tutti i piccolini negozi". Di Tullio Pernisi, PD: "E' necessario rinviare per avere elementi in più". Nonostante la palese contrarietà a presentare la mozione, la decisione a tirare dritto ha indispettito la Lega che ha fatto mancare il numero legale. In aula erano presenti solo 51 delegati. Il quorum era di 50.