Ospedale di Tione, il punto nascite non chiude. Il presidente Rossi apre la porta al dibattito e alla condivisione con il territorio
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- Categoria: Giudicarie
- Pubblicato Martedì, 15 Luglio 2014 14:00
- Scritto da Giudicarie.com
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Si è tenuto ieri nella sala dei Comuni presso la Casa della Comunità l'incontro con il Presidente della Provincia Ugo Rossi. Al centro dell'attenzione il destino del punto nascita dell'ospedale di Tione. Dopo l'annuncio di qualche giorno fa da parte dell'assessore alla sanità Donata Borgonovo Re della chiusura del reparto maternità (9 luglio), la richiesta dei sindaci e della Giunta della Comunità delle Giudicarie al Presidente Rossi (10 luglio) di un confronto per poter discutere e condividere le decisioni da prendere per il destino di un servizio tanto importante per un territorio periferico ha portato alla riapertura del dialogo con la giunta provinciale.
«La priorità per gli Amministratori delle Giudicarie (e per la popolazione) è la sicurezza per i pazienti, a partire da mamme e bimbi» ha aperto i lavori la Presidente della Comunità Patrizia Ballardini che ha aggiunto: «Condividiamo appieno il fatto che in sala parto non sono ammessi errori. Chiediamo servizi sicuri, non semplice 'comodità'. Non ci permetteremmo mai di 'scherzare sulla sicurezza'. Sulla questione della sicurezza abbiamo chiesto chiarimenti, anche alla luce di quanto emerso nell'incontro del 9 luglio con l'assessore Borgonovo Re, ove i riferimenti forniti non sono stati esaurienti e, talvolta, sono parsi contrastanti». In particolare «se per avere la sicurezza sono necessari 500 parti/anni (o 1000 parti/anno), dobbiamo assumerci la responsabilità di chiudere tutti i punti nascita sotto questo numero minimo. Se invece per avere sicurezza è necessaria una organizzazione in grado di operare garantendo madre e nascituro, allora riteniamo essenziale un confronto per giungere a garantire questo tipo di organizzazione anche e soprattutto nei territori periferici». In seconda istanza, «qualora emerga in modo inequivocabile che la sicurezza non può essere garantita in nessun ospedale con meno di 500/1000 parti/anno, è per noi essenziale che venga chiarito molto rapidamente quale tipologia di servizio la PAT intenda attivare al fine di garantire la sicurezza di mamme e nascituri, anche e con particolare riferimento alle emergenze». Non solo osservazioni di merito ma anche di metodo da parte della Presidente Ballardini: «Riaffermato che l'obiettivo prioritario è garantire la sicurezza associata al servizio, evidenziamo nuovamente come non sia accettabile che decisioni di tale portata non vengano condivise con il territorio, ove per legge, peraltro, sono attivi i Consigli della Salute, quali organi funzionali a supportare la Provincia nell'analisi delle istanze territoriali e nella definizione delle scelte strategiche proprio rispetto alla salute dei cittadini». Ed il rigetto deciso delle illazioni apparse sulla stampa "Non vogliamo 'mantenere il punto nascita a tutti costi'. Vogliamo sia garantito un servizio sicuro, alla pari di tutti gli altri cittadini del Trentino. Rigettiamo in modo forte l'accusa agli amministratori locali di 'non essersi occupati' dell'ospedale e del punto nascite".
Queste le premesse alla discussione alle quali sono seguite le richieste e le proposte per un percorso condiviso e un confronto sul tema, sintetizzate dalla Presidente Ballardini: «Dobbiamo dare priorità all'ipotesi di potenziare il punto nascite di Tione, credendoci davvero e con iniziative concrete in tal senso ed immediate, anche alla luce del grave danno provocato dalle uscite stampa più recenti. Lavorare insieme, con un progetto condiviso e concreto, per garantire servizi sicuri e ridare fiducia alle famiglie delle Giudicarie nei confronti dell'Ospedale e del punto nascite.».
Parole rafforzate dagli interventi del presidente della conferenza dei sindaci, Attilio Maestri, da quelle dell'Assessore Luigi Olivieri e del consigliere provinciale Mario Tonina.
«Rigettiamo in modo forte l'accusa agli amministratori locali di 'non essersi occupati' dell'ospedale e del punto nascite» puntualizza Maestri. «Da anni portiamo la questione alla attenzione della Provincia e, solo nel periodo di attività della Comunità (dal 2011), sono stati organizzati numerosi incontri dedicati al tema, anche con la popolazione, e sviluppate anche alcune mozioni, chiedendo garanzie e risorse per l'ospedale di Tione e per il punto nascita in particolare».
«Al 31.12.14 ci sarà solo un ospedale in Trentino che supererà i 1000 parti e sarà il Santa Chiara di Trento. Neppure Rovereto li raggiungerà" puntualizza l'assessore Olivieri. «Questo significa che gli standard non possono prescindere dal ragionamento del territorio, perché se il territorio ha una sua valenza dovremmo sommare almeno 3 ospedali di valle. Quindi standard devono essere applicati con ragionevolezza e ipotizzare una deroga laddove l'orografia, la peculiarità del territorio e la distanza da Trento lo richiedono. Altrimenti se gli standard devono essere presi in considerazione ci sono per tutti: se non c'è sicurezza a Tione non c'è nemmeno negli altri ospedali. Dobbiamo cercare di far funzionare la rete e di supplire alle carenze temporanee, spostando i professionisti anche sugli ospedali di valle. Prima di decidere di chiudere un punto nascite bisogna capire se funzionerebbe se adeguatamente potenziato. Quando c'era un primario, nel 2007 dei 324 parti in giudicarie, 304 sono stati fatti all'ospedale di Tione. Abbiamo chiesto all'azienda sanitaria di sperimentare per 2 anni un reparto con piene funzioni e poi di fare un ragionamento con il Consiglio della Salute e con il territorio sulla strada da intraprendere. Non è possibile che una decisione così importante ci venga calata dall'alto».
Molto critico sul metodo adottato anche Mario Tonina: «Come unico rappresentante in consiglio provinciale contesto in primis il metodo. Le decisioni non possono essere prese in questo modo. Il metodo deve essere quello di coinvolgere il territorio perchè il riuscire all'interno dei rispettivi ambiti ad avere servizi con una condivisione delle comunità è un modo per rafforzare la nostra autonomia oltre che a un sistema di buon governo». Infine «i numeri dei parti in Giudicarie si sono fortemente abbassati negli ultimi 4 anni: dobbiamo chiederci il perché, e se non sia possibile recuperare la fiducia delle donne giudicariesi potenziando il reparto con dei professionisti in modo da rispondere alle esigenze delle famiglie».
Articolato e corposo l'intervento del Presidente Ugo Rossi per cercare di dare risposte ai molti interventi degli amministratori. «So quanto questi temi siano sentiti sul territorio da chi deve confrontarsi con le persone e dare messaggi il più possibile positivi e univoci. Sono qui per ridefinire un metodo. Su temi di questo tipo la cosa più importante è stabilire un metodo di relazione tra chi ha responsabilità di prendere decisioni sulla programmazione sanitaria, quindi la politica, e i territori. Sono consapevole che alla luce di elaborazioni sul versante nazionale, bisognerà ridefinire quello che si vuole metter in campo. Ma questa ridefinizione avverrà tramite un percorso condiviso dove ognuno potrà entrare nel merito. Un percorso di dialogo che è già stato avviato sui territori con l'assessore Borgonovo Re e che verrà rafforzato. Per quanto riguarda i contenuti, confermo che non possiamo ragionare solo sugli standard: ma gli standard esistono e sono frutto di elaborazioni di pensiero scientifico universalmente accettato e che in questi giorni hanno portato all'adozione a livello nazionale di alcune rimodulazioni della gestione dei servizi sanitari. Accanto agli standard, che sono comunque teorici, c'è poi qualcosa che la sicurezza la misura: sono i dati di esito di come si nasce in Trentino. I nostri dati di esito dimostrano che nonostante il non rispetto degli standard sono molto migliori di quelli europei. Ci sono realtà alpine dove questi standard non sono tenuti in considerazione e si è accettato un più alto livello di rischio. Dobbiamo cercare di ridurre al minimo invece il livello di rischio. Questa sera non entriamo nel merito, ma vi anticipo che la Giunta non ha assunto alcuna decisione in merito a chiusure dei punti nascita ma ha deciso di proseguire e, magari, anche implementare quel percorso di ridefinzione dei servizi prima e dopo il parto su cui Tione ha già cominciato un lavoro. Intendiamo affrontare questo tema all'interno di un ragionamento complessivo di carattere provinciale che tenga conto delle differenze che ci sono sul territorio in relazione a bacini di riferimento e possibili soluzioni diverse in relazione agli ospedali di secondo livello. Abbiamo deciso che questo percorso da fare per Tione e le altre comunità avverrà con il coinvolgimento delle comunità locali. Questo è quanto la Giunta ha assunto come decisione». L'dea dunque «è di riprendere il cammino, individuare le attività necessarie per assicurare un migliore livello di servizio e poi prendere le decisioni che andranno prese. Però necessario richiamarsi che ci sono ragioni oggettive e criticità a cui non si può dare risposta e rilevazioni scientifiche che non si possono confutare. Noi abbiamo il dovere di esplorare tutte le vie possibili per lavorare anche senza lo standard, ma con oggettiva criticità. Quindi non possiamo escludere nessun tipo di soluzione ma questa avverrà dopo un percorso condiviso».
Molti gli interventi in sala, tra i quali quelli del dottor Zappacosta (amministratore di Stenico), del sindaco di Dorsino Giorgio Libera, del sindaco di Caderzone Terme Emilio Mosca, del sindaco di Bolbeno Diego Chiodega, di Anna Pironi (presidente della commissione assembleare salute/sociale/famiglia), del sindaco di Zuclo Paolo Artini, del sindaco di Stenico Monica Mattevi, di Marcello Mosca (capogruppo upt assemblea comunità giudicarie), del sindaco di Bocenago Walter Ferrazza, di Mariachiara Rizzonelli (capogruppo gruppo civico assemblea comunità giudicarie), del vicesindaco di Tione Eugenio Antolini e di Mirella Girardini (assessore di Tione), che hanno fatto intendere quanto le sorti dell'ospedale di Tione e in particolare del punto nascite siano un servizio importante per le Giudicarie.