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Ricoveri, nessuna priorità per i censiti giudicariesi. Le lamentele dei residenti

strada casa per anziani  - giudicarie

"A Natale, mio marito era il primo in graduatoria nella casa di riposo di Strada. Oggi è scivolato al settimo o all'ottavo posto. E, chissà se mai riusciremo ad averlo in una struttura protetta vicino a casa, dove la famiglia potrebbe seguirlo tutti i giorni".


A entrare in argomento è la moglie di un giovane malato di alzheimer di Pieve di Bono, uno dei comuni delle Giudicarie che, grazie alle donazioni della sua gente dal 1841 dispone di un ricovero per anziani (ora APSP Azienda Pubblica per servizi alla Persona), oggi dotato di 72 posti letto. In massima parte per persone non autosufficienti, dove, grazie alle convenzioni stipulate in ambito provinciale, le graduatorie d'accesso sono aperte non solo ai locali, ma a tutto il Trentino. "Una possibilità – spiega la donna – che penalizza la gente del luogo. Obbligata, quando ha la fortuna di trovare un posto, a ricoverare i propri congiunti a chilometri di distanza. Mentre sarebbe più logico e opportuno che i locali avessero, quantomeno, la priorità di accesso alle proprie strutture". "In famiglia – aggiunge – siamo disperati. Da sette anni stiamo assistendo mio marito in casa, senza un attimo di sollievo. Ora, viste le sue condizioni, avremmo bisogno di poterci appoggiare a una struttura in grado di assisterlo. Ma, qui, a Pieve di Bono, è stato sorpassato in graduatoria da persone che provengono da fuori. Quindi, a malincuore, abbiamo dovuto ricoverarlo a Spiazzo Rendena dove, per raggiungerlo, dobbiamo fare chilometri, con grande dispendio di tempo e di energie".

La lamentela, non unica - a dir il vero - è incentrata sulla casa di riposo "Padre Oddone Niccolini" di Strada. Ma, potrebbe riguardare una qualsiasi delle altre cinque case di riposo della Valle, dove hanno la possibilità di soggiornare non solo gli abitanti del luogo. Ma, anche anziani o persone non autosufficienti, provenienti da tutti i comuni della Provincia. Il problema è duplice. Lamenta la donna. La non priorità dei censiti nelle strutture locali, costruite un tempo con immensi sacrifici da parte degli abitanti della zona, e la scarsità di strutture adatte all'assistenza degli ammalati d'alzheimer, malattia molto invalidante in costante aumento non solo tra gli anziani, che mette in grandissima difficoltà innumerevoli nuclei familiari, impossibilitati a fornire un sostegno adeguato ai propri congiunti. La risposta al primo quesito la dà Gianmario De Muzio, da anni presidente della Casa di riposo di Strada.
"Purtroppo – spiega De Muzio – non siamo noi a stilare le graduatorie di accesso alle nostre strutture. Esiste una commissione comprensoriale che settimanalmente esamina le domande pervenute. In base ai requisiti e alla gravità dei casi, vengono attribuiti dei punteggi che permettono a chi ne ha titolo di entrare a far parte di una classifica che dà diritto a delle priorità, dove, non necessariamente, la gente del posto è favorita, in quanto chiunque in provincia può chiedere espressamente di essere assegnato a questa, o quella casa di riposo, esprimendo due preferenze". Può così accadere che una persona di Trento, Rovereto o Pergine Valsugana – chiarisce il responsabile della casa di riposo di Strada – possa acquisire un diritto prioritario per essere accolto nella nostra struttura, sopravanzando magari chi attende quel posto, da mesi o da anni. La commissione esaminatrice UVM: Unità Valutativa Multidisciplinare fa capo all'Azienda Sanitaria. Per l'ambito giudicariese si riunisce settimanalmente a Tione, in via Presanella, presso il locale Centro Servizi Sanitari. E, come chiariscono anche in quegli Uffici, non ha nessun obbligo a prestare un occhio di riguardo per i censiti.

Nonostante la cosa sia prassi consolidata (le case di Riposo della Provincia, come gli ospedali, operano ormai in "rete", e non fanno distinzione tra autoctoni e non) in Giudicarie sono sempre più i censiti che chiederebbero maggiori attenzioni per i loro congiunti. " Non si chiede la Luna", lamentano altre famiglie con parenti in lista di attesa. "Ma, almeno la priorità per la gente di quei Comuni che, in passato hanno investito con lasciti e fondazioni parte ingente di risorse per dotarsi di strutture d'accoglienza per i loro anziani, quello sì" .