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Referendum costituzionale, le ragioni del Sì. Dal Comitato per il SI delle Giudicarie

Referendum-Costituzionale

La riforma costituzionale adottata dal Parlamento italiano, dopo un lungo percorso istruttorio ed un complesso dibattito politico, sarà sottoposta al giudizio dei cittadini il prossimo 4 dicembre, così come previsto dall'art. 138 della Costituzione.
Il referendum costituzionale rappresenta lo strumento che permette ai cittadini di esprimere la loro approvazione o il loro rifiuto alle norme di modifica della Costituzione approvate dal Parlamento. E' dunque fondamentale avere, prima di tutto, una chiara conoscenza dei contenuti di tali norme che introducono significativi cambiamenti nell'ordinamento della Repubblica eliminando il bicameralismo perfetto e ridefinendo il rapporto Stato-Regioni.
I contenuti fondamentali della riforma si possono così schematicamente sintetizzare:
a) Il Senato della Repubblica diviene camera di rappresentanza delle autonomie regionali e locali, con 100 componenti (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 nominati dal Presidente della Repubblica); partecipa sia alla funzione legislativa nei casi previsti dalla nuova disciplina, sia all'elezione del Presidente della Repubblica ed elegge due giudici della Corte costituzionale;
b) La fiducia al Governo verrà espressa dalla sola Camera dei Deputati;
c) La decretazione d'urgenza viene radicalmente limitata e si prevede invece una procedura a data certa per i disegni di legge governativi essenziali per l'attuazione del programma;
d) Gli istituti di partecipazione vengono rafforzati sia introducendo nuove forme di referendum, sia modificando il quorum del referendum abrogativo, sia garantendo il rispetto dell'iniziativa legislativa popolare;
e) La Corte costituzionale acquista un nuovo potere: esprime un giudizio di legittimità preventivo sulle leggi elettorali su richiesta delle minoranze parlamentari;
f) La trasparenza diviene principio fondamentale, accanto all'imparzialità e al buon andamento, per le pubbliche amministrazioni;
g) Il Consiglio nazionale per l'economia ed il lavoro (CNEL) e le Province vengono soppressi;
h) La distribuzione delle competenze legislative tra Stato e Regioni ordinarie viene semplificata, eliminando la potestà concorrente ed elencando le materie di potestà esclusiva del primo e delle seconde, che possono comunque chiedere di acquisire ulteriori compiti se in equilibrio finanziario;
i) I poteri dello Stato nei confronti delle Regioni vengono rafforzati, attraverso la clausola di supremazia e la reintroduzione del principio dell'interesse nazionale, ma al nuovo Senato è affidato un ruolo di garanzia a tutela degli interessi regionali nei procedimenti legislativi che li riguardano.
Per quanto riguarda il Trentino Alto Adige e l' autonomia speciale. Lo Statuto prevede una potestà legislativa con prerogative che ad oggi abbiamo saputo interpretare al meglio divenendo strumento essenziale per il riscatto sociale ed economico dei Trentini. E' perciò giustificata l'apprensione relativamente ai riflessi giuridici e sostanziali che potrà avere sullo Statuto di Autonomia (anch'esso legge costituzionale) la riforma costituzionale sottoposta a referendum confermativo. A tal proposito ad una attenta lettura riteniamo che il SI alla riforma costituzionale debba essere ancor più convinto da parte dei Trentini, infatti:
a. La Legge Costituzionale (più precisamente gli articoli da 114 a 126) non si applicano alle Regioni a Statuto Speciale ed alle Province Autonome di Trento e di Bolzano, fino alle revisione dei rispettivi Statuti sulla base di intese con le medesime Regioni e Province Autonome. Il che significa che tali previsioni non si applicheranno mai perché con la prevista revisione saranno i nuovi Statuti a definire in dettaglio le competenze delle Regioni e Province autonome. Fino ad oggi l'intesa non era prevista e il Parlamento poteva e può unilateralmente modificare d'imperio gli Statuti Speciali e quindi qualsiasi forma assuma l'intesa si tratta di un indubbio ed inconfutabile rafforzamento giuridico dell'Autonomia Speciale;
b. Anche senza revisione costituzionale dello Statuto si possono acquisire le competenze "differenziali" attualmente previste per le sole Regioni Ordinarie ex art. 116 Costituzione con apposita legge adottata a maggioranza assoluta sulla base di un intesa tra Stato e Province Autonome. E' sicuramente una estensione di facoltà importante perché attualmente è l'unica disposizione del titolo V della Costituzionale che non trova applicazione alle Province autonome di Trento e Bolzano;
c. Dopo la revisione dello Statuto anche per la nostra autonomia troverà applicazione l'art. 116, terzo comma, della Costituzione ossia il c.d. federalismo asimmetrico;

Emerge, conseguentemente, un quadro che rafforza l'Autonomia Speciale.

Tutto ciò ci induce ad un maggior impegno non solo per far conseguire il miglior risultato possibil al SI al referendum confermativo (come avvenne nel 1946 quando il Trentino scelse decisivamente la Repubblica e fu il territorio che si espresse percentualmente in modo più ampio) ma ci stimola ulteriormente, ad assumere con decisione e assoluto impegno il lavoro della Consulta Provinciale che ha l'obiettivo di riscrivere lo Statuto di Autonomia non al solo fine di "difendere" quanto fin qui conquistato, bensì conseguire competenze ulteriori rispetto alle attuali.
E' poi importante ricordare che il 'peso' della rappresentanza della Regione Trentino Alto Adige-Sud Tirol in Senato sarà di 4 rappresentanti, 2 per il Trentino e 2 per l'Alto Adige- Sud Tirol, con il rapporto più basso (dopo la regione Molise) tra popolazione e suoi rappresentanti.
La riforma costituzionale ha dunque affrontato alcuni dei nodi istituzionali , che già in Assemblea costituente erano stati considerati irrisolti (nella sua presentazione del progetto di Costituzione all'Assemblea, Meuccio Ruini disse: "non abbiamo risolto tutti i problemi istituzionali, ad esempio per la composizione delle due Camere e il loro sistema elettorale") e che sono stati oggetto, negli ultimi trent'anni, di numerosi ed infruttuosi tentativi di riforma.
Il testo approvato dal Parlamento costituisce la sintesi di questa storia politica, con le sue luci e le sue ombre, e si presenta realisticamente come uno strumento di responsabilizzazione delle future maggioranze di governo di fronte ai cittadini.
Come diceva Calamandrei nel corso dei lavori della Seconda sottocommissione (5 settembre 1946, esattamente 70 anni fa!): "Le dittature sorgono non dai governi che governano e che durano, ma dall'impossibilità di governare dei governi democratici".
Un SI' convinto, anche a difesa del Trentino!
Comitato per il SI delle Giudicarie
Coordinatore ANNA PIRONI