Giudicarie.com

il quotidiano delle Giudicarie

Lun03312025

Last update12:45:14 AM

Font Size

Profile

Menu Style

Cpanel

Poverò Arnò. Spremuto come un limone, e svenduto per un piatto di lenticchie

Arnò val di Breguzzo 

Povero torrente Arnò, spremuto come un limone e svenduto per un piatto di lenticchie. A esserne convinto è il comitato Pro Centraline di Breguzzo. Da quando la Provincia ha annunciato il 13 luglio scorso che la Measure Srl di Pinzolo è l'aggiudicataria di una delle cinque concessioni richieste per lo sfruttamento delle acque del fiume, i suoi componenti non sanno darsi pace. Forti delle 200 firme raccolte, gridano allo scandalo. Alla messa in saldo delle acque del "loro" fiume (il torrente sgorga dall'Adamello e tagli a metà i territori dei due comuni rivieraschi), che un'amministrazione avveduta avrebbe potuto sfruttare in proprio senza lasciare spazio ai privati che, d'ora in poi, in base alla direttiva europea 28/2009 e al Decreto Ministeriale 10/09/2010 possono partecipare liberamente alla corsa alle concessioni idroelettriche. Sul banco degli imputati, l'ex sindaco Antonello Ferrari, sfiduciato nei mesi scorsi da 10 membri del consiglio comunale: 5 di maggioranza e 5 di minoranza. Un'uscita di scena a cavallo delle votazioni per la fusione del comune in Sella Giudicarie che però ha dato il tempo all'amministrazione di Breguzzo di esprimere il proprio parere favorevole all'utilizzo delle acque del torrente Arnò anche da parte dei privati. Una delibera – dicono i membri del comitato tra cui gli amministratori dimissionari – tirata per i capelli. Viziata "da considerazioni e timori personali del sindaco. E non da valutazioni oggettive e documentate". Di cui, però, la Provincia ha fatto tesoro per concedere ai privati della Measure l'autorizzazione allo sfruttamento di un troncone di fiume in località Dispensa. "Non ci si può opporre alla realizzazione di nuove centrali. Il mancato parere favorevole alle concessioni impedirà di ricevere un corrispettivo economico dai privati che costruiranno comunque le centrali". Queste in sostanza le ragioni portate dal sindaco per indurre la sua amministrazione ad avvallare il via libera ai privati. Ragioni ritenute non oggettive dal comitato, molto critico sull'opportunità di "concedere ai privati una struttura permanente che deturpa l'ambiente e impedisce di fatto al Comune di realizzare una propria centrale". Della vicenda ce ne siamo già occupati. Prima, in occasione della presentazione in Provincia di ben 5 progetti di sfruttamento delle acque del torrente Arnò (4 di privati e uno del Comune di Breguzzo). Poi, all'annuncio che un primo progetto il Servizio Gestione Risorse Idriche della Provincia lo aveva autorizzato, non al pubblico, bensì al privato: alla Measure Srl di Pinzolo, azienda che di comune accordo con la Romano Menapace di Tassullo è intenzionata ad aggiudicarsi ben altre tre concessioni, ipotecando di fatto l'intero corso dell'Arnò. Che cosa contestano gli oppositori? All'ex sindaco di aver gestito in proprio, e secondo convinzioni personali, una vicenda che interessa tutta la comunità. Alla Provincia di aver privilegiato una società privata, nonostante il parere negativo della Conferenza dei Servizi che diceva papale papale: "Con le norme di attuazione del piano delle acque sussiste un interesse ambientale incompatibile con la derivazione richiesta. Inoltre, rimane fermo quanto evidenziato nel citato parere del Servizio Urbanistica e Tutela del Paesaggio". Con simili pareri il comitato si chiede: "Come abbia fatto la Pat a deliberare in tal modo". Come ci si chiede che parte abbia avuto nella vicenda anche il comune di Bondo. Giacché – scrivono gli ex amministratori di Breguzzo, al commissario Bonafini che sta reggendo le sorti del comune – anche la popolazione di Bondo fino a poco tempo fa era all'oscuro delle richieste di concessione e nemmeno sapeva che il suo consiglio comunale aveva votato a favore dei privati". Ciò che ha mandato letteralmente in bestia i membri del comitato è la scoperta che sembrerebbe che i due sindaci fossero in procinto di firmare una convenzione con i privati, dove non solo di impegnavano a ritirare ogni proprio progetto di centralina che sarebbe stata volturata ipso facto a favore dei privati. Ma, che le due amministrazioni per un misero corrispettivo sugli utili del 4,5% a Comune, si impegnavano a "rilasciare le autorizzazioni e le concessioni, anche in deroga, rispetto agli strumenti di pianificazione comunale necessarie al completamento dell'iter istruttorio e alla realizzazione dell'impianto". "In più, di collaborare con la società Measure srl al fine di ottenere le servitù di passaggio per la posa della condotta forzata, per la posa della linea elettrica, nonché per l'accesso agli impianti per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria". Ai due Comuni l'accusa di non aver tutelato i propri interessi ma di essersi impegnati a stendere un tappeto rosso ai privati. Che, senza l'ausilio del pubblico, difficilmente sarebbero riusciti a concretizzare i loro progetti.