L'osteria del Limarò. Ricordi preziosi di Ennio Lappi
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- Category: I documenti
- Published on Wednesday, 10 February 2016 23:20
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Nel 1863 la Mensa Vescovile, proprietaria della grande tenuta del Maso al Limarò che comprendeva arativi, prati e vasti boschi, ne concesse la conduzione a Francesco Contrini da Tavodo che vi si trasferì con la giovane moglie Maria Dalfior e i primi due figli, Pasqua e Giovanni. Al Limarò i Contrini dimostrarono laboriosità e zelo nel lavoro, ammodernarono ed ampliarono il Maso e avviarono nuove coltivazioni così da raggiungere una soddisfacente produttività.
Nel frattempo la famiglia cresceva tanto che dal 1862 al 1881 nacquero altri sette figli: Isidoro, Rocco, Vigilio, Angelo, Emma, Libera e Maria. Ardita come poche, la nuova strada che lambiva la tenuta era stata dedicata al principe ereditario Stefano d'Asburgo e per questo era detta "Stefanea"; in molti tratti era stata scavata nella viva roccia e aveva reso molto più agevole il tragitto da e per le Giudicarie evitando l'estenuante salita per le "Zete" al Passo della Morte. A Sarche si passava il ponte sulla Sarca e si affrontava una lunga salita fino ad arrivare al livello del Maso del Limarò dove una sosta era d'obbligo, anche perché qui terminava il lavoro del "prodel da le Sarche", cioè quel traino aggiuntivo di cavalli o buoi, del quale abbisognavano i carri particolarmente pesanti per affrontare la salita.
Francesco Contrini, constatato il notevole traffico, già da tempo aveva previsto una piccola stazione di ristoro accanto al Maso, ma nel 1882 decise di legalizzare la cosa costruendo, con i figli Isidoro e Vigilio, un piccolo edificio di legno a lato dello stradone, chiedendo nel contempo la licenza di gestire un "casotto ad uso di bettola con vendita di vino, birra e caffè". Francesco aveva le funzioni di oste, aiutato dalla moglie e dalle figlie più grandi e il lavoro, considerato il passaggio, non doveva certo mancare. A circa 100 passi dalla piccola osteria c'era la casa cantoniera, che i non più giovani ricorderanno certamente, costruita per il personale addetto alla manutenzione della Stefanea. Dal 1896 il cantoniere era Vigilio Contrini che inizialmente abitava con la famiglia nell'edificio erariale, ma nei primi anni del secolo le precarie e fatiscenti condizioni dello stesso lo costrinsero a trasferirsi nel Maso. In seguito il governo austriaco rimise a nuovo la casa cantoniera e così Contrini e famiglia ne presero nuovamente possesso. Dopo qualche tempo la piccola osteria divenne piuttosto insalubre per la salute della moglie di Vigilio che la gestiva e così nel 1912 si pensò di usufruire di un locale a pianterreno della cantoniera per trasferire l'osteria in un luogo più confortevole. La richiesta però fu respinta dal Capitanato perché non si ritenne opportuno che una privata osteria fosse ospitata nei locali appartenenti all'I.R. Erario Stradale.