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Notizie dal Trentino

Cermis: per non dimenticare. Cerimonia a Cavalese con i familiari delle vittime

Fotogramma - Cermis  1

Alle ore 15:12:51 del 3 febbraio 1998 un aereo dei Marines impegnato in un volo a bassa quota tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis. La cabina della funivia, con venti persone, precipitò da un'altezza di circa 150 metri schiantandosi". I marines vennero assolti.
«È la testimonianza penosissima di irrisione della vita, di mancanza del senso di responsabilità verso questo dono che ci è stato affidato". Queste le parole del parroco di Cavalese, don Albino Dell'Eva a 21 anni dalla strage, nella messa in suffragio delle vittime dei due disastri che hanno funestato il Cermis, nel 1976 e nel 1998. Un momento simbolico e toccante - con la lettura dei nomi di tutte le persone che hanno perso la vita a causa dei due tragici fatti - al quale ha partecipato tra gli altri, il vicepresidente Mario Tonina in rappresentanza della Giunta provinciale di Trento, presenti il presidente della Comunità di Valle, Giovanni Zanon, la procuradora del Comun General de Fascia, Elena Testor, accanto a sindaci e consiglieri provinciali.

Anche il sindaco, Silvano Welponer ha posto l'accento sulla necessità di celebrare l'esistenza, pur nel rispetto del dolore delle tante vittime delle due tragedie, ricordando che, nella giornata mondiale della vita, commemorare quei fatti significa non solo rendere omaggio alle vittime e rinnovare l'abbraccio della nostra comunità ma anche imprimere nel ricordo di quegli eventi un monito che istituzioni e società civile non possono lasciare inascoltato. Ciò che è accaduto, ha detto Welponer, è figlio della "superficialità dei comportamenti e della mancanza di rispetto per la vita altrui".

"È giusto non dimenticare - ha commentato a margine della cerimonia il vicepresidente della Giunta provinciale, Mario Tonina - perchè tenere viva la memoria è il primo dovere da osservare affinché simili sciagure non si ripetano. Senza mai dimenticare che tutti dobbiamo avvertire la responsabilità di preservare i delicati equilibri che caratterizzano la nostra esistenza, quella degli altri esseri a noi vicini ed il rapporto con l'ambiente che ci accoglie".

Al termine della messa un corteo ha reso omaggio alle vittime davanti alla lapide a loro dedicata al cimitero di Cavalese.

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