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"La musica sei tu" di Kimbo Ina Vellocet

LA MUSICA SEI TU k 

... Vedi come la musica ha "miliardi di facce"...
La musica è il luogo della scoperta, uno spazio da concepire non come una storia,
o una danza, o altro, ma IL LUOGO DOVE RECARSI: se vuoi andare in quel luogo
devi semplicemente ascoltare.
Respira, stai fermo, muoviti, socchiudi gli occhi, ricrea la tua vita dentro il ritmo della musica
e Lei diventerà la tua medicina. Come fosse una luce che ti attraversa e che guarisce malesseri,
disarmonie e tristezze.
Quando ascolti la musica non ti viene trasmessa solo la musica, ma un'intera esistenza.
Niente è solo musica. Dentro le sue onde vivono immagini, persone, mondi ...
Universi vicini e universi abissalmente lontani.
Una vibrazione invisibile che riesce a superare il tempo e il luogo.
Per me la musica è proprio l'arte per eccellenza.

                               (Kimbo Ina Vellocet)

SONIC YOUTH. DAYDREAM NATION (1988). Affreschi di rumore nella desolazione contemporanea

SONIC YOUTH - Daydream Nation 

Sono già trascorsi 26 anni e le cose della musica hanno varcato numerosi orizzonti. Un album "affamato" questo dei SY, dove si rincorrono devastazioni sonore in anticipo e si svelano nei flussi energetici del "Velluto Sotterraneo" tutte le inquietudini di un'epoca corrosa e corrosiva. Il sound è motoristico, solennemente amplificato e morsicato da spiriti bramosi di esistere fra le pieghe dell'arte. In principio le tensioni soffrono di qualche languore dark e le enfasi "cureane" risultano presenti ed invasive.

Il corso della musica tuttavia sembra appannarsi mentre un fluido rovinoso si abbatte come una scarica elettrica incontrollabile. Brani dal profilo ambiguamente romantico si rincorrono e mano a mano eccoli deteriorarsi in un gorgo rumoristico manifestamente inquieto e disturbato, malamente sintonizzato, oppure arrugginito. Distorsioni ammantate di sofferenza, voci graffianti senza accortezza e raschiamenti vocali a seguire il "pathos" di un mondo pervaso di suoni scheletrici e ripetuti. Il rock dell'ultima ora ormai attrezzato di una facoltà descrittiva e addensante, il suono più vicino alla rappresentazione della ruvidità del mondo scopertamente in fase terminale degli Anni '80. Si odono le disperazioni di tanti anni prima, le osservazioni delle menti ormai entrate in contatto con la città, oltre la natura. Una musica dal corpo denso, attraversata da una bava collosa che porta con se grumi informi, tormenti e dilatazioni offerte dal rumore di fondo completamente stabile della vita contemporanea. I ritornelli da suburbia scatenati sembrano rimbalzare sui muri selvaggi nei vicoli malsani delle metropoli, il fantasma "loureediano" sembra dibattersi alla ricerca di una breccia portatrice di luce. Corpi scorticati, pulsanti di sonorità acide e andamenti non più in grado di fermare il loro moto, musiche astratte alle quali vengono affidate tutte le possibilità "descrittive" per rappresentare il mondo organicamente invaso dalle percussioni del rumore artificiale. Siamo ormai catapultati dentro il pianeta "Frankenstein" dove la vita si sviluppa in diretto contatto fra le componenti "orga" e "mecca", dove gli spiragli per il futuro vengono illuminati solamente dal fioco brillio di una candela accesa, solitaria e fragile al determinarsi delle nuove azioni previste con il loro carico di distruzione. Colori cerulei come di malattia, intenzionalmente abbassati al crepuscolo manifesti di uno stato di angoscia e di depressione. Le song: Teen Age Riot - Silver Rocket - The Sprawl - Cross The Breeze - Eric's Trip - Total Trash - Hay Joni - Providence - Candle - Rain King - Kissability - Trilogy.